Di Paolo Caselli
Cosa hanno in comune Allen Iverson, da Georgetown University, uno dei migliori playmaker NBA di sempre, media di 30 punti a partita e Marta Bechis, torinese e torinista, palleggiatrice del Bisonte Firenze?
Niente, no, anzi sì, il numero di maglia: il 3. E come insegnava Aristotele da Stagira, i numeri, soprattutto il 3, hanno un ben preciso significato, e poi, la grinta, il modo di essere leader, il saper essere punto di riferimento, il saper come fare parte del gruppo, nel gruppo, il fare squadra, sia sotto canestro che sotto rete.
La strategia del Bisonte Volley Firenze ha visto, dopo l’avvicendamento in panchina tra Marco Bracci e Giovanni Caprara, quello in “cabina di regia”, il ruolo di palleggiatrice, tra Marta Bechis e la olandese Laura Dijkema, ma in questa sede quel che a noi interessa non è certamente l’aspetto tecnico della legittima scelta operata dalla società biancoblu.
Nelle ultime partite a noi di FirenzeViolaSupersportlive Marta Bechis è mancata soprattutto a livello umano al momento della chiamata dello “starting six”, il sestetto titolare, nelle fasi di gioco, al momento di disporsi sulla linea di battuta, sì in questi frangenti ci è spiaciuto non vedere il n.3.
Marta, ci consentirà di chiamarla così, è una ragazza dotata di un’educazione ed una cortesia rara, veramente rara su taluni palcoscenici sportivi, dove divi, pin up, stelle, stelline e “fenomeni” veri o presunti ti trattano con sufficienza e malcelata sopportazione.
Durante la fase di riscaldamento con un sorriso e nel dopo gara con il suo modo elegante ed educato di porsi, il suo concedersi alle giovanissime tifose che le chiedono una foto, un autografo, chiedendo loro informazioni su quale ruolo ricoprono, dove giocano, domande fatte con la passione e la tenerezza di chi in loro si rivede, ha fatto sì che la nostra stima verso la professionista sia diventata anche amicizia verso una ragazza che tutti vorrebbero avere come figlia.
Dunque Marta non ha difetti?
Uno si è grosso….. il suo ragazzo tifa per la Juve, insomma è “gobbo”, obiettivo della fedelissima granata: provvedere alla redenzione del peccatore!
In ogni caso, ovunque la sua carriera di ottima pallavolista la porterà, noi avremo il piacere di seguirla, rinnovandole anche per iscritto l’invito fattole a voce, di mandarci i suoi commenti, i suoi pareri, le sue considerazioni sul mondo della pallavolo, il suo mondo da sempre.
Insomma, Marta Bechis: educazione, gentilezza, cortesia!!!
Grazie.