Nella prima partita del girone a tre della Final Six di Torino l’Italia trova un osso veramente duro nella Serbia allenata dalla vecchia conoscenza del volley nostrano Nicola Grbic. Anzi, più che un osso duro, un muro spesso insuperabile. E contrariamente a quello che era accaduto a Firenze e a Milano il pubblico, complice forse il brutto inizio della sfida, non gioca e non supporta più di tanto gli azzurri. Finisce con un netto 3-0 per la Serbia. Brutta storia.
Il primo set è quasi senza storia, Italia sorpresa, desiderosa di fare bene, di fare meglio, e quindi di affrettare le conclusioni. Italia mai in partita, se non dopo i primi dieci punti del match, e finisce 15-25.
Migliorano le cose nel secondo parziale, con coach Blengini che predica pazienza ai suoi, l’equilibrio dura di più, fino al secondo time out tecnico, poi la Serbia va via. Ma l’Italia assesta il muro, risale, anche se non riesce mai ad agganciare gli avversari: arriva al massimo a meno due, sul 20-22. Ma sul 20-24 sul contrattacco dopo il servizio di Atanasievic la Serbia passa e va 20-25 e sul 2-0 nel conto dei set.
Terzo parziale a corrente alternata, poi l’Italia anche mentalmente si arrende, anche perchè di fronte ha una macchina in maglia rossa che appare perfetta: finisce 18-25.
Attendendo l’esito di Polonia-Serbia di domani, venerdì sera c’è Italia-Polonia. Le prime due vanno in semifinale, niente è compromesso, ma non si può più sbagliare.