Il Bisonte Firenze completa il reparto degli opposti ingaggiando Marina Giacomello, classe 2004, che nell’ultima stagione ha giocato in A2 a San Giovanni in Marignano e che andrà ad affiancare in posto due Adhu Malual. La ventenne veneta sarà al debutto in serie A1, ma nel corso della sua ancora breve carriera ha già maturato diverse esperienze, sia a livello giovanile (con un argento agli Europei Under 16 e uno scudetto Under 18 con l’Imoco San Donà) sia a livello di prime squadre, con due anni di A2 alle spalle di cui l’ultimo a fianco di una campionessa nel suo ruolo come Serena Ortolani. A Firenze Giacomello, 190 centimetri di altezza, vestirà la maglia numero 9, e ritroverà Emma Cagnin, con cui ha giocato a San Donà, e Manuela Ribechi e Nausica Acciarri, di cui è stata compagna nelle nazionali giovanili.
LA CARRIERA – Marina Giacomello nasce il 1 aprile 2004 a Dolo (VE), e cresce nel vivaio di Conegliano, in particolare nel club satellite dell’Imoco Volley San Donà, con il quale arriva a debuttare giovanissima in B1 e a conquistare anche uno scudetto Under 18 nel 2022, evolvendosi da schiacciatrice a opposto durante il suo percorso di maturazione. Contemporaneamente si guadagna anche le prime convocazioni nelle nazionali giovanili, e nel 2019 vince l’argento agli Europei Under 16 (insieme fra l’altro alla sua nuova compagna ne Il Bisonte Manuela Ribechi), mentre nel 2022 viene ingaggiata da Cremona, con cui a 18 anni debutta in A2: l’anno successivo si trasferisce a San Giovanni in Marignano, sempre in A2, e adesso lo sbarco in A1, con la maglia de Il Bisonte Firenze.
LE PAROLE DI MARINA GIACOMELLO – “Fin da subito la chiamata de Il Bisonte mi ha entusiasmata e proprio per questo non ho esitato tanto prima di accettare la proposta. C’è da dire che ho sempre avuto una percezione positiva della società e delle squadre che ha creato durante gli anni, quindi sono sicura che in palestra lavoreremo con tanta dedizione e passione. Nella prossima stagione il campionato sarà davvero impegnativo da affrontare, ma lo sport mi ha insegnato, in generale, che è una palestra di vita: ci saranno alti e bassi, sia individuali che di squadra, ma l’importante sarà non abbattersi mai. Di Firenze mi ha subito affascinato anche il fattore campo, perché giocare ed allenarsi a Palazzo Wanny sarà un’esperienza unica e indimenticabile”.
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