EFFETTI COLLATERALI (gravi…)
di Alessandro Coppini
È di stamani un articolo sull’iniziativa di un negoziante di Firenze. Chiuso il bar, si è concentrato sulla vendita di vino a domicilio. Il quotidiano mostrava anche una mascherina protettiva sulla quale era stampato “non ci resta che bere” (!). Capisco la necessità di reinventarsi un’attività e l’insopprimibile amore fiorentino per la battuta. Capisco meno il giornalista, perché questo servizio non andava fatto. Concentrati sul virus, si dimenticano i potenzialmente gravissimi effetti collaterali dell’isolamento per chi ha problemi di salute. Il primo è rappresentato proprio dai disordini alimentari. Se il tutto si riduce al chilo e al bicchiere in più ok: cibo e vino sono da sempre ansiolitici potenti. Ma ci sono persone per le quali alimentazione sbagliata o alcol possono risultare minacce gravi. Il virus poi, non ha fatto sparire le nostre malattie croniche: il diabete, l’ipertensione, le cardiopatie, il Parkinson, i disturbi psichici… Diversi colleghi mi dicono che singoli medici e strutture continuano (per quanto possibile) a monitorare i pazienti, magari a distanza. Ma è altrettanto vero che un allentamento ci può essere, e ci può essere la tentazione di sentirsi giustificati nel ridurre l’attenzione: saltando una visita, rimandando un esame o addirittura non assumendo un farmaco. Non facciamolo e invitiamo gli altri a non farlo…