Fabio Fognini ha lasciato la propria testimonianza alla celebre rubrica tennistica ‘Behind the Racket’, gestita dall’americano Noah Rubin. Ecco le parole del classe ’87 taggiasco: “Il periodo peggiore dell’anno per me è tra dicembre e gennaio, quando sono davvero vicino a volare di nuovo. Ho una lunga preparazione, vedo qualche amico, mi gusto qualche buona cena, e poi mi rimetto in carreggiata. Mi ammalo sempre i giorni prima di partire. A volte una febbre, una tosse, e mi dico solo che andrà bene. E’ stato così per circa 10 anni. Succede perchè dopo aver avuto la possibilità di stare a casa vicino alla famiglia, è quasi come se tutto sia parte di un’altra vita. Mi sto ancora esercitando, ma avere la possibilità di stare al passo con tutti non accade durante la stagione. Ricordo che il mio primo figlio aveva otto mesi, io e Flavia eravamo di nuovo a Miami per la preparazione. E’ accaduto solo quella volta; stavo per volare in Australia e ho iniziato a piangere come un bambino. Non riuscivo proprio ad immaginare di lasciarli. Due anni dopo, ho iniziato la stagione davvero male. Sulla terra ho iniziato con due sconfitte al primo turno, senza fiducia. Nei 3 mesi precedenti continuavo a ripetermi che avevo bisogno di tempo libero per riposare. Avrei invece dovuto esercitarmi e prepararmi per Monte Carlo. Ero solo durante i tornei sudamericani ed anche a Miami. Mi sentivo solo ed il tempo che in mezzo avevo avuto per vedere la famiglia non era abbastanza. Continuavo a chiedermi cosa avrei dovuto fare. Ho trovato un po’ di motivazione e mi sono detto di continuare a combattere. Ero sotto 6-4/4-1 al primo turno di Monte Carlo, sono tornato in partita ed ho vinto il torneo. Ho spinto più forte di prima ed ho ottenuto il miglior risultato della mia carriera. La mia passione era il calcio, a volte preferisco giocare a calcio che a tennist, difficile da dirsi perchè il tennis è la mia vita. Ora è un lavoro, non uno sport. Il calcio è il mio sport preferito, e lo guardo il più possibile. Il calcio è stato fantastico ma il tennis mi ha dato la responsabilità che desideravo”.