Come sottolineato da Ubitennis, di dati in archivio da vendere ne ha moltissimi il solito Craig O’Shannessy, che sul sito ATP ha passato in rassegna i giocatori per stabilire chi avesse il rovescio più potente. Dalla sua analisi, lo statistico australiano ha tratto fuori un nome ben preciso: Jannik Sinner.
Secondo O’Shannessy il giovane italiano, numero 73 ATP, possiede il “rovescio più potente e cattivo“. Al di là delle disquisizioni estetiche sul gesto, che è oggettivamente fluido, pulito e eseguito apparentemente senza sforzo, chiunque abbia visto Sinner, anche solo in televisione, si sarà accorto dell’effettiva potenza del colpo. Due sono i punti forti del rovescio di Jannik stando ai rilevamenti di O’Shannessy: spin e velocità di palla. In entrambe le categorie l’azzurro compare tra i primi cinque all’interno di un campione di 94 giocatori, che considera coloro che hanno disputato almeno dieci match tra il 2018 e il 2020 su campi dotati di tecnologia Hawk-Eye (indispensabile per certe misurazioni).
SPIN – Imprimere spin alla palla ha il doppio vantaggio di consentire un maggior controllo, aumentando il margine di errore, e di mandare di là dalla rete una palla “scomoda” per l’avversario, più difficile da gestire. Dal lato del rovescio nessuno dà più rotazione alla palla di Jannik Sinner, che nei 17 incontri presi in considerazione ha fatto registrare una media di 1858 rotazioni al minuto.
Di seguito la Top 5 nella categoria “spin”:
1. Jannik Sinner = 1858 rpm
2. Martin Klizan = 1840 rpm
3. Felix Auger-Aliassime = 1825 rpm
4. Pablo Cuevas = 1735 rpm
5. John Millman = 1680 rpm
Sinner è accompagnato da nomi che hanno nel rovescio il loro colpo migliore o più solido. Nell’elenco troviamo un solo monomane, Pablo Cuevas, sempre molto apprezzato per il suo rovescio classico che gli ha fruttato buonissimi risultati soprattutto sulla terra battuta. Non si legge il nome di nessun giocatore attualmente incluso nella Top 10 del ranking ATP. Tra i migliori dieci giocatori del mondo, quello che produce più spin con il rovescio è Gael Monfils (1551 rpm), seguito da Stefanos Tsitsipas (1280 rpm) e Daniil Medvedev (1262 rpm). Leggermente più indietro Rafael Nadal (1252 rpm) e Novak Djokovic (1148 rpm), mentre Roger Federer si attesta intorno alle 548 rotazioni per minuto, dato viziato dal maggior impiego del colpo tagliato rispetto ai colleghi top 10.
VELOCITA’ DI PALLA – Anche in quanto a velocità, il rovescio di Jannik non ha niente da invidiare al resto del circuito. In questa particolare categoria, l’altoatesino si siede al quinto posto con una media di circa 69 miglia orarie (111 km/h), ma la differenza con chi lo precede non è poi così abissale, come si può vedere.
1. Nikoloz Basilashvili = 71.2 mph
2. John Millman = 70.2 mph
3. Rafael Nadal = 69.8 mph
4. Ugo Humbert = 69.2 mph
5. Jannik Sinner = 69.1 mph
Se non sorprende leggere i nomi di Basilashvili e Millman (unico insieme a Sinner ad apparire in entrambe le Top 5), un pochino forse stupisce vedere Nadal in terza posizione. Il rovescio del maiorchino, a lungo bistrattato dalla critica, ma in effetti il vero e proprio colpo naturale di Rafa, viaggia ad una media di quasi 70 miglia all’ora (circa 112 km/h). Nessuno tra gli attuali top 10 tira forte come lui, né Dominic Thiem (67.4 mph), né Novak Djokovic (67.3 mph) né Alexander Zverev (67 mph). Il rivale di una vita, Roger Federer, con le sue 66.1 miglia orarie di media è perfettamente in linea con la media del campione (66 mph).
IL DOMINIO MILANESE – I dati di Sinner hanno toccato il loro apice durante la vittoriosa cavalcata alle Next Gen ATP Finals. Nel corso del torneo, l’azzurro ha fatto registrare una velocità media dal lato del rovescio di 75.3 mph, ovvero ben 7.1 miglia orarie in più rispetto alla media dei cinque avversari affrontati (Tiafoe, Ymer, Humbert, Kecmanovic, De Minaur). Impressionante è stato il rendimento durante il match contro Mikael Ymer, dominato 4-0 4-2 4-1 sparando rovesci alla spaventosa media di 80.2 miglia orarie (129 km/h).
Ad aiutarlo, oltre al braccio e al tempismo perfetto, è intervenuta la posizione in campo, sempre molto aggressiva. Nel corso del torneo milanese, Jannik ha messo i piedi in campo per colpire il rovescio nel 23% dei casi (il doppio rispetto agli avversari affrontati) e solo il 13% delle volte è stato costretto a indietreggiare più di due metri oltre la linea di fondo. I dati ovviamente sono gli uni figli degli altri: è ovvio che colpendo forte ci si può trovare più facilmente nella posizione di attaccare con i piedi dentro il campo e di conseguenza su palle più comode si può anche spingere più forte. Se a questo si aggiunge la fiducia inscalfibile e la determinazione di Sinner in quel periodo, ecco che abbiamo la settimana perfetta.