Oltre il muro che divide quello italiano dallo spogliatoio dei giovani Dragoni i cori di gioia filtrano potenti, rendendo l’aria dell’Arms Park ancora più amara di quanto la brutta sconfitta già non faccia di suo. Non erano questi i piani di una squadra concentrata sull’obiettivo della terza vittoria consecutiva, contro un Galles che a dispetto del suo difficile Sei Nazioni ha saputo mettere in campo tutto quello che aveva superando il XV di Massimo Brunello con un secondo tempo superiore sotto ogni punto di vista. “Già nel primo tempo noi molto male, eravamo lenti, poco reattivi e con meno fame”, commenta il capo allenatore. “Purtroppo segnali ce n’erano stati tutta la settimana, non ci siamo allenati benissimo e nella testa, malgrado ce lo fossimo detti e ridetti, evidentemente questa partita non aveva il peso specifico che meritava”.
“Certamente fa parte del percorso di crescita di ragazzi che hanno 19-20 anni, però dispiace davvero tanto perché il nostro è stato un Torneo importante, in progressione costante. Chiudere in vantaggio di 15 punti il primo tempo pur giocando male era qualcosa da sfruttare con un secondo tempo diverso nell’atteggiamento, invece abbiamo subito la loro maggiore determinazione senza reagire, e alla fine il risultato è più che giusto. Partite così possono servire da lezione solo se tutti assieme, squadra e staff, sapremo comprendere la gravità di una sconfitta così grave proprio perché arrivata dopo una prestazione semplicemente inaccettabile”.
“Non è andata come avremmo voluto, oggi non eravamo noi”, si allinea il Capitano di questo Sei Nazioni, Jacopo Botturi. “Abbiamo subito troppo sui punti d’incontro, con la Scozia giocavamo fisici, col sorriso, sicuri di noi, invece con il Galles siamo stati spenti, onore a loro, ma noi abbiamo le nostre colpe, e non sono poche”.