Sergio Parisse si unisce al gruppo degli azzurri in ritiro a Pergine Valsugana
E’ stato un giugno di riposo, ma anche di profondi cambiamenti, quello che ha restituito capitan Parisse alla Nazionale Italiana Rugby, da ieri tornata in raduno in Trentino in preparazione alla Rugby World Cup 2019. Il trentacinquenne numero otto aquilano, dal 2002 nel gruppo azzurro e dal 2007 capitano dell’Italrugby, 138 caps con la maglia della Nazionale, si è concesso un periodo di riposo con la propria famiglia al termine della stagione che lo ha visto dividersi, come sempre, tra il palcoscenico internazionale e il massimo campionato francese. Discussi e definiti carichi di lavoro e periodi di riposo con lo staff guidato da Conor O’Shea, Parisse si è unito domenica 7 luglio al gruppo di quarantadue atleti che ha iniziato la terza fase di preparazione alla Rugby World Cup di settembre in Giappone. Nel mentre, un cambiamento importante: da Parigi e dal rosa dello Stade Francais difeso negli ultimi quattordici anni – con due Scudi di Brenno e una Challenge Cup – è arrivato il trasferimento in rossonero, a Tolone, una delle piazze più calde e appassionate del TOP14. Ma, a Pergine Valsugana, per Parisse c’è spazio solo per parlare di Nazionale e della quinta Coppa del Mondo da giocare, con la stessa ambizione e la stessa fiducia che hanno contraddistinto una delle più longeve carriere internazionali nella storia del Gioco: “Ritrovo un gruppo con tante certezze, con la consapevolezza dei traguardi che ci siamo posti e con l’attitudine corretta per cercare di raggiungere l’obiettivo che ci siamo dati: fare la storia e qualificarci ai quarti di finale della Rugby World Cup” spiega Parisse. “Ho grande fiducia nel lavoro che è stato impostato da Conor e dallo staff, avendo già svolto quattro preparazioni mondiali credo che la scelta di dividere la preparazione tra momenti di raduno e preparazione nei Club e nelle franchigie di Guinness PRO14 non possa che pagare, soprattutto per non rendere l’avvicinamento ai Mondiali troppo stressante dal punto di vista mentale. Ci aspettano quattro test-match estivi prima di volare in Giappone e ci sarà l’occasione per testare tutti sul campo prima della scelta definitiva dei trentuno convocati, ma sono certo che arriveremo in Giappone estremamente carichi mentalmente e ottimamente preparati dal punto di vista fisico” commenta il capitano azzurro. “La cosa entusiasmante di rientrare in gruppo è la grande energia che circonda la squadra, unita alla volontà di voler centrare i quarti di finale e alla consapevolezza di avere i mezzi per riuscirvi. Sappiamo che non è facile, perché Nuova Zelanda e Sudafrica sono due grandi squadre e dobbiamo il necessario rispetto a Namibia e Canada, che affronteremo nel volgere di appena quattro giorni, un aspetto che imporrà il necessario turnover per vincere le prime due gare per poi andare a giocarci le nostre chance di qualificazione contro il Sudafrica”. |
|||||||||