Se tu dovessi descrivere le tue caratteristiche di gioco?
Sono un seconda linea, ovviamente adoro la touche, una delle fasi di gioco che richiede più intelligenza rugbistica. Penso che una delle mie caratteristiche sia il riuscire a mantenere la freddezza, sia nel gestire questa fase che nel gioco aperto. La foga serve, ma la freddezza per prendere la decisone giusta al momento giusto è il mio punto di forza.
Quali soddisfazioni ti ha dato il gioco nella tua carriera, anche se sei giovanissimo?
Oltre che chiaramente il recente titolo di Campioni d’Italia con il Rovigo, mi ha dato la possibilità di viaggiare nel mio Paese ed anche un po’ per l’Europa. Ho fatto le nazionali giovanili e quindi ho conosciuto gente in tutt’Italia, sia in campo che fuori, e quando ci si ritrova è sempre un grandissimo piacere. Dal punto di vista sportivo, i valori che mi ha trasmesso il rugby mi hanno educato in un modo non molto diverso da quello che ti può insegnare una famiglia, i genitori. Si apprendono cose della vita come il lavoro, l’amicizia, l’impegno, l’esser coesi per raggiungere un obiettivo… È una bella scuola di vita.
Di Firenze cosa conosci?
Firenze è una delle mie città preferite, se la gioca con Venezia. Rugbisticamente è una piazza molto interessante, non so se avrei preso in considerazione di cambiare dalla mia Rovigo per un altro club, un’altra squadra. Il movimento è sano e ambizioso, c’è un progetto molto forte ed un gruppo coeso. Sono cose che non sono per niente scontate in una squadra e possono fare la differenza.
Che obiettivo ti proponi per questa tua esperienza fiorentina?
Di prendere il massimo; vuol dire vivere la città fuori dal campo ma, soprattutto, in campo prendermi quelle soddisfazioni che a Rovigo non sono riuscito a togliermi: far parte al 100% del gruppo, esser competitivo anche nei quindici titolari e poter dare tutta l’esperienza che ho avuto da un club che in Eccellenza è ad alto livello, una professionalità che ho imparato e che penso possa dare tanto a questo club.
Hai superato un infortunio molto particolare ed al rientro hai avuto una stagione in cui hai messo a segno tante mete, questo è indice di un gran carattere…
Purtroppo gli incidenti di percorso ci stanno… Si spera che non capitino ma fanno parte del gioco. Sì, diciamo che ho sfruttato quelle poche occasioni che ho avuto, possiamo dire così. Adesso approdo qui, una nuova avventura in una città meravigliosa ed in una società che ha tutti i propositi per essere sempre più grande.
Che idea ti sei fatto del progetto I Medicei?
Di tutte le persone con cui ho ne parlato, nessuno me ne ha parlato male, tutti hanno sempre speso delle parole per questa squadra, per questa società. Tutti mi hanno parlato di una società attenta al ‘capitale umano’, alle persone, ai valori… sanguigna. Che crede nei suoi giocatori e nel potenziale che hanno sia i giovani che le ‘vecchie glorie’.
Cosa speri e cosa pensi di poter ottenere da questa esperienza fiorentina?
Le premesse sono veramente rosee. Parlando con il Presidente è venuto fuori un quadro veramente bello dell’ambiente. Io voglio dare tutto per questa squadra, perché la società mi sta mettendo nella condizione di poterlo dare ed io spero di ripagare questo carico di fiducia e di responsabilità che non è indifferente. Non ha niente da invidiare ad una società come Rovigo o di spessore maggiore.
2015-2016 vittoria Campionato d’Eccellenza Rovigo