A cantare questa volta sono gli altri: la gioia gallese viene contenuta a fatica dallo spogliatoio dietro i pali di Monigo, mentre dalla porta di fronte, quella con lo scudetto tricolore incollato sulla porta, non si sente volare una mosca. “Sono deluso, inutile nasconderlo, ma deluso non per il risultato o per la performance della squadra, che anche oggi ha dimostrato di avere valori umani e tecnici importantissimi. No, sono deluso per la delusione dei ragazzi, che non se la meritavano, per quanto fatto stasera, e per quello che ci hanno regalato per tutta la stagione”. Non fa finta di nulla, Massimo Brunello: la sconfitta col Galles, costato il primo posto nella Pool B e la possibilità di giocare la Finale contro gli Springboks, poteva e doveva andare diversamente. “Complimenti a loro, naturalmente: che sarebbe stata una sfida durissima lo sapevamo bene, ma questo gruppo non finisce mai di stupirmi, anche stasera ha saputo lottare per tutta la partita, senza mai mollare, sopperendo ad un sacco di problemi come l’assenza di un giocatore per noi fondamentale come Vintcent, giocando forse meno efficacemente che in altre occasioni, ma comunque sempre presente a se stessa, onorando l’impegno fino all’ultima goccia di sudore”.
Prosegue il tecnico Azzurro: “Abbiamo sofferto situazioni che solitamente non soffriamo, come il recupero della palla dai calci di re-start. Nel primo tempo, su quattro occasioni, abbiamo preso punti quattro volte: ci siamo incartati un po’ da soli, certo che anche l’arbitraggio ha influito, in alcune situazioni in particolare, ma davvero non voglio parlare della direzione, perché questo toglierebbe il focus sulla prestazione dei ragazzi, che, ripeto, da allenatore mi riempie di orgoglio”.
Lorenzo Pani, suo malgrado, è stato protagonista sia in positivo, sia in negativo: bellissima la meta dell’estremo nel primo tempo, pesante e quantomeno controverso il giallo subito nel finale del primo tempo. “Abbiamo pagato carissimi alcuni dettagli gestiti male, falli evitabili in mischia, palloni in avanti, i cartellini gialli. Avremmo sicuramente potuto gestire meglio la gara in alcuni passaggi, col gioco al piede, o in alcune situazioni in attacco: ora dobbiamo lasciarci questa partita alla spalle, contro l’Inghilterra sarà un’altra guerra, ed una storia molto diversa rispetto al Sei Nazioni di febbraio, ma noi vogliamo ripeterci, daremo tutto per portarci a casa una vittoria”.
Giovanni Sante, recuperato dopo l’uscita nei primi minuti contro la Scozia, dà una lettura lucida di quanto accaduto: “Match durissimo davanti, ma anche dietro sapevamo che sarebbe stata difficile: sono fisici, veloci, giocano stretti, ma abbiamo difeso bene, e attaccato bene, peccato per alcuni dettagli che hanno spostato gli equilibri: avessimo lavorato meglio su quelli, ora saremo qui a raccontare un’altra storia. Una cosa è certa: giocare con questo gruppo è tanta roba, ora con l’Inghilterra daremo tutto quello che abbiamo”.
Ultimo a rientrare negli spogliatoi, il Capitano di giornata, Alessandro Ortombina: “Sarà dura digerire questa sconfitta, però siamo tutti orgogliosi di come abbiamo giocato, dando tutto senza risparmiarci mai un secondo. Ora dobbiamo andarci a prendere questo terzo posto, l’Inghilterra ha qualità enormi, ma noi dobbiamo lavorare su quello che stasera non ha funzionato, e da lì partire per studiarci il modo di affrontarli”.
Tanti complimenti, non di circostanza, da Byron Hayward, l’head coach del Galles: “Partita durissima, contro una squadra di grande qualità. Pensavamo sarebbe stata una partita molto stretta nel punteggio, che poteva vincere o perdere ciascuna delle due. Tutti quei cartellini gialli ci hanno sicuramente spiazzato, per noi è stato un problema gestirli: la difesa dei ragazzi sulla linea è stata fantastica, in più occasioni, ma a questi livelli se sbagli vieni punito con facilità, dobbiamo farne tesoro. Ora affronteremo gli Springboks: sicuramente dovremo essere bravi a restare sempre in 15 sul campo per giocarcela con un team di quel livello, credo sarà una bella finale, da giocare con l’orgoglio di indossare la nostra maglia”.