Dal successo di audience dei Mondiali di calcio femminili vinti dagli Stati Uniti arriva lo spunto per parlare di sport al femminile. E’ accaduto stasera a Prato, città da sempre aperta allo sport che non è il solo calcio, con una storia recente di trionfi e successi nelle massime categorie nelle discipline dei cosiddetti “sport vari”. Ne hanno discusso presso i locali della Ex Fabrica in Via Targetti Giulia Cardinale, dell’ACF Prato Sport, Giuditta Galardi, della Pallanuoto SIS Roma, Luca Vannucci, assessore alle politiche sportive del Comune di Prato nel dibattito moderato da Silvia Gambi, giornalista di Quaderno Pratese.
Gambi ha introdotto l’argomento dello sport al femminile partendo proprio dal Campionato mondiale donne citando gli aspetti positivi ma anche quelli negativi (con l’affiorare talvolta di atteggiamenti di sessismo da parte di qualche osservatore. Vannucci ha ribadito che “lo sport non dovrebbe avere sesso, il Mondiale appunto ne è un esempio. Prato è tra l’altro pioniera del calcio femminile, una delle prime città a rompere il taboo di uno sport considerato solo maschile. Prato – ha aggiunto – è anche fucina di numerosi campioni costretti ad emigrare per mancanza di strutture. Le istituzioni devono investire nello sport. E’ doverosa una riflessione sul l’importanza dello sport per la nostra città per portare Prato nel mondo e superare la mancanza di sbocchi nel professionismo. In questo momento peraltro Prato ha tante eccellenze a livello singolo ma poche a livello di squadra”.
“Ho imparato tanto dall’esperienza in una squadra maschile – la testimonianza di Giuditta Galardi – ed è stato un trauma abituarmi al passaggio ad squadra una femminile, ma poi sono nate amicizie e mi sono pian piano abituata. Mi dispiace essere dovuta emigrare, nonostante la voglia di fare esperienza fuori, a causa del fallimento della società”.
“Ho iniziato anche io con il calcio maschile – ha raccontato invece Giulia Cardinale – e per tutti i problemi che ne consegue e per impegni personali e mancanza di tempo, quando è venuto il momento di spostarsi decisi di smettere. Poi mio padre ha creato di nuovo la squadra e ho iniziato di nuovo. Ora la squadra milita in serie D”.
La chiosa finale è stata ancora di Luca Vannucci che ha ribadito l’importanza dello sport dopo famiglia e scuola nella vita dei bambini, per distoglierli dal computer e dai telefonini e favorire uno stile di vita più sano.