Nessuna misura per Vannucci e gli altri indagati, il funzionario comunale Jacopo Vicini, e i membri della commissione gare Emilio Carletti e Stefano Perla. «Piena fiducia nella magistratura: siamo fiduciosi che gli indagati sapranno dimostrare la loro innocenza». Questa la posizione di Palazzo Vecchio riguardo all’inchiesta.
Secondo il gip ci sarebbero presunte collusioni sia a livello politico (con Vannucci) che a livello amministrativo (con la dirigente Toppino).
Il gip inoltre rileva «la posizione di favore del Comune verso Franco Bonciani e Cipriano Catellacci», quest’ultimo presidente di Firenze Pallanuoto asd indebitata col Comune per 338.000 euro circa. Su questo debito, sul piano di rientro e su una transazione tra la società sportiva di Catellacci e il Comune, il gip descrive l’«interesse di Andrea Vannucci» a favorire Catellacci al punto che l’assessore cerca uno sponsor per la Firenze Pallanuoto, in luogo di un altro che ha dato forfait, affinché la società si metta in regola e partecipi al bando per la piscina Paganellì.
La gestione di quest’ultima e della San Marcellino andò a società sportive riunite in associazione temporanea d’impresa (Ati) dove è stata evidenziata “una marcata esposizione debitoria col Comune. Una condizione, questa, di esclusione certa dai bandi che però gli indagati omettevano di rilevare così come l’incompletezza delle domande di partecipazione”. Inoltre, per la ‘Paganellì, il modo di formazione del bando, il punteggio per il reimpiego del personale e la durata della concessione doppia rispetto al previsto sono clausole per il gip inserite come «frutto dell’accordo collusivo fra funzionari comunali e Catellacci».