Budapest- E siamo a 6 Medaglie con 2 Ori…!!
“Super Immenso” Gregorio Paltrinieri riporta in Italia l’oro europeo nella 5 chilometri europea dopo dieci anni. Vince al “Lupa Lake” per la prima affermazione individuale in ambito continentale in 55’43″3. Lo fa con una gara straordinaria, di talento, entusiasmo e inattesa esperienza che gli consente di adattarsi ad avversari e cambio climatico che trasforma improvvisamente il campo gara. Precede il 24enne francese Marc-Antoine Olivier (campione del mondo del 2017, nonché argento iridato e bronzo olimpico della 10 chilometri), che paga 1″8 (55’45″1), ma soprattutto l’altro azzurro il livornese Dario Verani, esordiente di bronzo a 3″3 (55’46″6). Fuori dal podio l’ungherese Kristóf Rasovszky, campione del mondo e d’Europa in carica, per gran parte in testa alla gara e infine quarto in 55’47″3; quinto l’altro transalpino Logan Fontaine, vice campione del mondo nonché bronzo uscente, in 55’47″5, avanti a Marcello Guidi, sesto in 55’47″7. Addirittura nono l’iridato Florian Wellbrock in 55’50″5; unico atleta tra i 25 partenti senza muta malgrado la temperatura non superiore ai 17 gradi. Allenato insieme a Sharon van Rouwendaal da Bernd Berhahn, è il campione mondiale della 10 km e dei 1500 stile libero a Gwangju 2019. Il primo confronto diretto è di Greg, che era stato tra i protagonisti dell’argento iridato con la staffetta 4×1250 a Gwangju dove si è qualificato alle Olimpiadi di Tokyo.
“Questo successo è incredibile perché è il mio primo europeo di fondo e la 5 chilometri l’ho nuotata solo due volte, ma entrambe le volte l’ho vinta – racconta il 26enne carpigiano cresciuto al centro federale di Ostia; campione olimpico, bimondiale e trieuropeo dei 1500, nonché plurimedagliato internazionale – Nel finale ho dato un paio di spallate, mi sono buttato dall’altra parte rispetto al gruppo e ho spinto fino alla fine. Mi sono divertito, ho vinto. Sono arrivato in questo sport da principiante e gara dopo gara imparo e mi sento sempre più cosciente delle mie potenzialità. Sto riuscendo a portare anche nel fondo le percezioni della piscina, la consapevolezza del lavoro e delle sensazioni. Siamo arrivati a Bupapest con un ottimo lavoro alle spalle e per verificare la condizione, anche in vista degli allenamenti che ci separano dalle Olimpiadi. Questa medaglia è pesantissima e vale tanto. Non è disciplina olimpica ma è un ottimo test. Domani c’è la 10 e gli avversari sono gli stessi; quella è la gara che voglio far bene e su cui ho investito tanto. E’ difficile fare strappi iniziali con l’acqua fredda e sarà sulla falsariga di quella di oggi, poi nuoterò la staffetta che trovo molto divertente e quindi si andrà alla Duna Arena. Il nuoto in acque libere ti dà un’apertura mentale incredibile perchè una gara dove si vivono momento diversi anche di down. E’ come un bambino che parla dieci lingue, è molto più sveglio degli altri e sa dove appigliarsi ogni volta. Ho voglia di tutto”, conclude il nuotatore di Fiamme Oro e Coopernuoto che ha vinto assoluti e US Open.
Stracontento anche Verani, il cui podio vale tanto per aver preceduto protagonisti molto più attesi. “E’ una medaglia che non mi aspettavo, ma sicuramente sperata – racconta il 26enne livornese di Cecina del gruppo sportivo dell’Esercito – Mi sentivo bene fin dalle prime bracciate. Ho provato a restare nel gruppo di testa per non perdere troppo spazio. Negli ultimi 2/300 metri ho capito che potevo ambire al podio concretamente e sono riuscito a infilarmi nello spazio disponibile. Sono davvero soddisfatto”.
Commosso il tecnico federale Fabrizio Antonelli che porta subito due atleti sul podio: “La gara è stata molto complicata, più di quanto ci aspettavamo perché durante il percorso è cambiato anche il tempo. Il vento ha increspato il piano, sono sopraggiunte correnti, pertanto è stato importantissimo adattarsi. L’obiettivo della gara allenare lo spirito competitivo; i ragazzi sono andati ben oltre. La medaglia di Dario Verani mi riempie di orgoglio perché chiaramente ha meno qualità di Paltrinieri e arrivare fin lassù, tra giganti di questa disciplina, era un risultato davvero ambizioso. Gregorio ha disputato una gara meravigliosa; ma lui può fare ciò che vuole, penso che sia uno dei migliori nuotatori della storia”.
Deluso, invece, Marcello Guidi, 24enne cagliaritano che tre anni fa si piazzò quinto al Loch Lomond. “Ambivo anche io una medaglia, ma nel finale non sono stato abbastanza bravo – ammette l’atleta tesserato per Fiamme Oro e RN Cagliari ed allenato da Pietro Bonanni – Aspettavo questa gara da due anni con tante ambizioni. Le aspettative erano altre. Non nego che speravo in un risultato diverso”.
Per il fondo italiano si tratta della 21esima medaglia nella specialità (8 ori, 5 argenti e 8 bronzi). Una lunga storia aperta a Terracina nel 1991 dal successo di Stefano Rubaudo, attuale coordinatore tecnico del settore. Poi Marco Formentini a Slapy nel 1993, Luca Baldini a Helsinki 2000 e Berlino 2002, Fabio Venturini a Madrid 2004, Luca Ferretti al lago Balaton nel 2010 e Simone Ercoli ad Eilat nel 2011 agli europei di specialità.