E’ il fine settimana della resa dei conti per la carica di presidente regionale della Federciclismo. Domani, al Palaterme di Montecatini si affrontano Saverio Metti e Andrea Tafi. Il primo con la sua squadra sta lavorando da marzo per mettere giù delle idee, poi queste idee sono state messe nero su bianco e in autunno è partita la corsa. Infatti è stato ospite già in almeno un paio di occasioni a “Oltre il calcio” sul canale 196 Supersport (qui l’ultima apparizione martedì scorso: https://fb.watch/2VvAtq_G1K/). Dall’altra parte non c’era antagonista. Le elezioni erano previste per dicembre, erano state rinviate, ufficialmente per la pandemia, e nel frattempo è spuntata la candidatura antagonista, quella di Tafi, che a inizio dicembre si è palesato e che ha ottenuto l’ok della Commissione elettorale il 29 dicembre. Non senza contestazioni. Perché tra i requisiti occorrevano almeno due anni di tesseramento per una società legata alla Federciclismo negli ultimi 10 anni e il conteggio parlava di 12 mesi nel primo degli anni utili e alcuni mesi (quelli finali) nello scorso 2020. Questi i fatti, con sottofondo di frecciate, ricorsi e comunicati ufficiali.
Saverio Metti è direttore di corsa, uomo di campo, organizzatore. Andrea Tafi non ha bisogno di presentazioni come ciclista, con le sue leggendarie vittorie alla Parigi-Roubaix da professionista. I suoi detrattori però sottolineano che negli ultimi anni non ha vissuto molto le problematiche del ciclismo, soprattutto quello di base, perché oltre a partecipare alle gare amatoriali sotto l’egida degli Enti di promozione e a inseguire (per due anni) il rientro nel plotone World Tour per tornare in gara proprio nella Parigi-Roubaix, non trovando opportunità di ingaggio però da parte di nessuna squadra. In mezzo anche una frattura per una caduta in un circuito di amatori. Il primo fa valere proprio l’esperienza sul campo come requisito e punto di forza. Il secondo afferma con forza che il ciclismo toscano per essere rappresentato al meglio a livello nazionale ha bisogno proprio di una figura rappresentativa.
Naturalmente in tutto questo si intrecciano come sempre giochi politici e calcoli di rappresentanza. Si dice che Tafi rappresenterebbe “il vecchio”, lo status quo, per avere in squadra più di un elemento legato al Comitato regionale uscente. La partita si gioca altrettanto naturalmente come antipasto di quello che accadrà a livello nazionale: Silvio Martinello è il nuovo che avanza; di fronte avrà Daniela Isetti, anche lei già nell’attuale Consiglio e sponsorizzata dal presidente uscente Renato Di Rocco (che non si ricandiderà dopo un lustro da numero uno). Qualche settimana fa sono spuntati anche il terzo candidato Cordiano Dagnoni, attuale presidente del Comitato Regionale lombardo, e poi un quarto candidato, Fabio Perego, ex presidente del Consorzio velodromo Dalmine, che poco prima di Natale ha annunciato la sua candidatura. La grande partita è appena cominciata.