Lo spagnolo Aleandro Valverde suggella una carriera trionfale vincendo il Campionato del mondo più duro della storia, sugli oltre 260 km di distanza e oltre 5000 metri di dislivello, col culmine, lo scollinamento a meno di dieci km dall’arrivo, la terribile salita finale con punte oltre il 20 per cento. È li che di fatto si è deciso il Mondiale. Davanti erano in quattro: Valverde, il francese Bardet, il canadese Woods e l’azzurro Gianni Moscon. Quasi al termine del durissimo muro, Moscon usciva di qualche centimetro dalla traiettoria, si impiantava in una canaletta, ma di fatto non ne aveva più. Via libera agli altri tre, rinveniva sul terzetto anche l’olandese Doumoulin, si giocavano la volata in quattro. Valverde prendeva in testa gli ultimi 500 metri e aveva la forza di resistere agli altri. Secondo Bardet, terzo Woods, quarto Doumoulin, staccato di una manciata di secondi, quinto, Gianni Moscon.
L’Italia aveva provato a infiammare la corsa a poco meno di 25 km dal traguardo, mettendo tutta la squadra davanti a tirare in salita. Ma dopo i primi controscatti di fatto gli azzurri si spegnevano. Resistevano coi primi solo Moscon, De Marchi e, più nelle retrovie, Pozzovivo. Poi il muro finale. Moscon faceva sognare ma le forze alla fine sono mancate.
Per Valverde 122esima vittoria in carriera ed è il settimo podio iridato, mai però aveva vinto. Lo fa a 38 anni e 5 mesi, il secondo meno giovane ad aver vinto un Mondiale. In precedenza l’argento ad Hamilton 2003 e a Madrid 2005, i bronzi di Salisburgo 2006, Limburg 2012, Firenze 2013, Ponferrada 2014.