di Tommaso Fragassi
CARISSIMI DIEGO ED ANDREA DELLA VALLE ……
Cinque mesi fa la Fiorentina non avrebbe mai potuto immaginare che a Febbraio avrebbe lottato tra le prime tre del campionato, il gruppo viola non era stato allestito per questo. In estate erano state fatte cessioni importanti ed i nuovi acquisti non erano certo calciatori famosi o affermati, basti pensare a Kalinic, o alla scommessa Bernardeschi, ma anche a Vecino o allo stesso Roncaglia, entrambi tornati a Firenze dopo i prestiti a Empoli e Genova. Poi la gestione eccellente di Paulo Sousa e le esplosioni inaspettate di alcuni elementi hanno condotto il gruppo al terzo posto contro ogni pronostico.
Complimenti ai Della Valle, dunque, da parte di chi sta scrivendo questo articolo, ma anche da una larga maggioranza di tifosi che non chiede e non ha mai chiesto miracoli alla proprietà, anzi. Il pubblico si ricorda bene il fallimento che ha chiuso l’era Cecchi Gori, un presidente che ha regalato tanto spettacolo alla città ma che in fin dei conti è costato molto caro. Siamo tutti contenti che adesso la Fiorentina sia una della società più solide e meglio gestite sul piano economico d’Italia e anche di buona parte del calcio che conta europeo. I bilanci sono sempre in regola e questo permette ai viola di disputare ogni anno un discreto campionato, come dimostrano gli ultimi tre quarti posti consecutivi della gestione Montella.
Tuttavia, c’è una cosa che non ci piace di questa dirigenza e per spiegarla dobbiamo partire dalle parole pronunciate dal presidente Cognigni lo scorso 3 gennaio: “Cercheremo inserimenti importanti, significativi, di “primo livello” per usare parole del mister. Se ci sarà da fare uno sforzo e qualche sacrificio li faremo per restare competitivi”. Una frase, una massima quasi, dichiarazioni che hanno rincuorato tifosi e addetti ai lavori e che garantivano un mercato per stare al passo con Napoli e Juventus. Una promessa, già. Oggi che il calciomercato è ufficialmente chiuso, stiamo ancora aspettando quello “sforzo” che garantiva Cognigni, dato che il bilancio a gennaio è stato chiuso in attivo di almeno 4 milioni (tra i 4 e i 6 per essere precisi), senza contare la diminuzione del monte ingaggi. No, non ci piace che la società faccia promesse a vuoto, lo diciamo perché non è la prima volta che capita una situazione del genere. Firenze merita rispetto! Nessuno chiede miracoli ed investimenti da top club, nessuno pretende spese folli e grandi campioni. Ma il rispetto, quello sì, perché sia i tifosi, sia i clienti lo meritano e ci auguriamo di non doverlo ripetere mai più.
Tommaso Fragassi