La ct della Nazionale italiana di calcio femminile, Milena Bertolini, ha parlato dal raduno di Coverciano delle due partite di qualificazione ad Euro 2022 che la sua squadra dovrà giocare giovedì 17 settembre a Empoli contro Israele e martedì 22 settembre a Zenica contro la Bosnia ed Erzegovina. Anche se è molto probabile – quasi certo – che il match contro Israele venga rimandato, perché Israele, a causa del Covid 19, ha richiuso tutto. E il nuovo lockdown per Israele impedirà alla Nazionale israeliana di partire per l’Italia per giocare la gara del Castellani. Cosa significa questo per Milena Bertolini?
«Diciamo che la finestra di settembre è sempre una finestra particolare. Come lo è per il maschile, lo è anche per noi, proprio perché il campionato è appena all’inizio, e questa volta lo è ancora di più, perché ci rincontriamo dopo 6 mesi e le ragazze hanno fatto tanta inattività. È chiaro che abbiamo saputo di questa possibilità di non giocare contro Israele, a noi piacerebbe giocare, vorremmo giocare entrambe le partite, poi è chiaro che viviamo in questa precarietà e giorno dopo giorno prenderemo atto della situazione. Potessi scegliere, ripeto, vorrei giocare, però capiamo anche che è una situazione più grande di noi e dobbiamo stare a quello che diranno le istituzioni. Credo che anche Israele la vorrebbe giocare. Rimaniamo in attesa e intanto noi continuiamo ad allenarci, a lavorare, a stare insieme, perché quando non ti vedi per tanto tempo, riconnettersi tutti e ritrovarsi, riprendere il filo del discorso non è mai facile e serve tempo».
Cos’ha lasciato il lockdown nella testa e nel fisico delle ragazze?
«Le ragazze hanno un grande entusiasmo, come sempre. Per loro, la maglia della Nazionale è un qualcosa di straordinario che dà loro delle grandissime motivazioni. Per loro essere qua è sintomo di grande felicità. Devo dire che, la prima impressione che ho avuto dopo tanto tempo, è stata di ritrovarle tutte più atlete. Sì, sono sempre più atlete. Lo dicevo proprio con loro che, rispetto al 2017 quando io arrivai in Nazionale ad adesso, si stanno trasformando. Credo che dal punto di vista fisico, della costruzione fisica, il lockdown lo hanno utilizzato benissimo. Non ci dimentichiamo che queste ragazze durante quei mesi di stop hanno lavorato come delle pazze perché non vedevano l’ora di ricominciare. Nella testa, avendo iniziato nei loro club da un po’ la preparazione e anche il campionato, non credo che abbia intaccato tanto. Per quanto riguarda la Nazionale è chiaro che ha interrotto quel filo conduttore, quel lavoro che avevamo portato avanti per tanto tempo. Quindi per la Nazionale è normale che un po’ la difficoltà è quella di ritrovarsi, riconnettersi, ripartire da dove avevamo interrotto e lì ci vuole un po’ più di tempo. Però loro sono talmente felici di essere in Nazionale e, quando sei così motivata, riesci ad affrontare tutte le difficoltà e a superarle bene».
Per queste due gare, sono state chiamate un mix di calciatrici giovani e giocatrici esperte, significa che verranno testate anche nuovi ingressi per il futuro?
«Per le convocazioni io guardo il campionato. Le mie convocazioni vengono fatte in base a quello che il campionato fa vedere, quello che le giocatrici fanno vedere. Con la Federazione stiamo portando avanti un discorso di Nazionale maggiore e Under 23 insieme e ci sono tante giovani di prospettiva che stanno crescendo. Questo grazie al lavoro dei club. Mi fa anche piacere vedere che quest’anno molte giovani sono titolari delle rispettive squadre in serie A, quindi hanno possibilità di acquisire esperienza, si stanno mettendo in luce. Di conseguenza, la mia scelta delle convocazioni va in due direzioni: una, chi sta bene e lo fa vedere a prescindere dall’età. Lo dico sempre, puoi avere 16 anni oppure 35, non cambia niente. Due, chiamare le giovani di sicura prospettiva che abbiamo già seguito, che hanno già fatto allenamenti con noi, che si sono messe in mostra. Quindi, questo raduno dove ho chiamato più giocatrici è stato fatto anche in quell’ottica. Giocatrici brave che si sono messe in mostra e giovani di prospettiva che, lavorando insieme alle più esperte possono crescere ulteriormente. E poi è fisiologico e naturale che piano piano ci sia un ricambio generazionale. Io sono dell’idea che bisognerebbe tendere all’equilibrio, non sempre ci si riesce, ma ci dobbiamo provare: la freschezza e l’entusiasmo delle giovani vanno accompagnate all’esperienza delle più “vecchie”, in modo da non mandarle allo sbaraglio e non dar loro troppe pressioni addosso né troppe responsabilità».
Tra le giovani ricordo Mascarello, tra le “anziane” Sabatino, poi tre prime convocazioni per le azzurre dell’Empoli Ladies…
«L’età non ha importanza, ripeto. L’importante è quello che le ragazze fanno vedere. Mascarello io l’ho già chiamata diverse volte in Nazionale negli anni passati, poi ha avuto degli infortuni. Credo che sia una giocatrice di grande prospettiva e lo sta facendo vedere. Lo ha fatto vedere in Nazionale quando ha debuttato e lo sta facendo vedere nella Fiorentina. È una giovane che io definisco “un po’ vecchia”, ha una testa da giocatrice già esperta. Sabatino è una giocatrice che ha un entusiasmo pazzesco, ama il calcio intensamente, ha una passione e delle motivazioni incredibili, oltre ad una importante esperienza. E credo che riesca a fare delle prestazioni così importanti, proprio per queste sue caratteristiche. Loro due sono indicatrici di una Nazionale aperta a tutti. E per quanto riguarda l’Empoli, è una di quelle squadre che si è messa in luce, ma non è un caso, perché ha fatto una squadra con giovani di grande prospettiva. E le tre alla prima convocazione, hanno già vestito l’azzurro con l’Under 23 e hanno già lavorato insieme a noi quando facciamo gli allenamenti congiunti. Poi hanno iniziato molto bene questo campionato, quindi è giusto vedere anche loro, vedere il loro livello, far capire loro quali sono gli standard della Nazionale».
Il campionato, battaglia sempre a tre con Juve, Milan e Fiorentina?
«Di anno in anno si sta elevando il livello del campionato. Ripeto, quest’anno mi fa piacere vedere che le società credono più nelle giovani, e le troviamo già titolari. Poi è un campionato con tante straniere e mi fa piacere che, rispetto agli anni passati, stanno arrivando delle straniere di alta fascia: questo è importante, perché le giocatrici brave fanno crescere anche le altre. È un campionato che sta crescendo di intensità fisica e il mio auspicio è che cresca anche di intensità tecnica. Il campionato, poi, dimostra che ci sono le favorite che sono davanti, Milan, Fiorentina e Juventus, però ci sono anche tante squadre che possono mettere in difficoltà queste tre che sono le candidate al titolo. E lo hanno già fatto vedere… penso all’Empoli, penso al Sassuolo, poi c’è la Roma e c’è l’Inter, che ha fatto una campagna acquisti importante. È un po’ indietro, ma ci si aspetta che l’Inter stia in una posizione più alta. Quindi iniziamo già a parlare di 7-8 squadre che possono dar fastidio alle prime tre. Insomma, non sono così scontati i primi due posti, che sono poi quelli che determinano la vittoria dello scudetto e l’accesso alla Champions».
Cosa c’è da temere di Israele (se si giocherà) e Bosnia ed Erzegovina?
«Questa finestra Fifa è molto delicata, nessuno deve fare l’errore di sottovalutare le due squadre. Israele è una squadra di grande fisicità, di grande temperamento, noi abbiamo faticato l’anno scorso in casa loro, è una squadra che ci ha messo in difficoltà ed è molto ostica. Dal punto di vista fisico e temperamentale sono molto forti e si sa, il calcio internazionale, sull’intensità e sulla fisicità è un’altra storia rispetto al campionato italiano. È la natura. La Bosnia un conto è incontrarla in casa nostra, un altro è incontrarla in casa loro. Sono due partite ostiche e per noi è importante fare molto bene. Ci aspettano due finali»