La Fiorentina conquista un buon punto in inferiorità numerica sul campo di un Bologna che non ha concesso granché a nessuna delle squadre in corsa per la Champions (ha pareggiato la Roma, ha perso il Napoli e anche il Milan a San Siro), la squadra dimostra una crescita sia sul piano del gioco che della tenuta atletica, ma nonostante questo su tutti i giornali, i siti web, le radio vanno in onda una cascata di lamentazioni, di accuse e di critiche velenose non solo alla Società ma anche ai singoli giocatori, non escluso Sousa.
Proviamo a fare un po’ d’ordine: il partito anti Della Valle non conta tra i suoi iscritti solo giornalisti e opinionisti orfani di accrediti e/o prebende cui, forse, erano abituati. Ci sono tra loro anche molti tifosi, lesti a criticare scelte imprenditoriali di aziende con oltre 100 milioni di fatturati, magari in difficoltà a gestire il proprio minimo bilancio familiare.
Ma fin qui non ci sarebbe nulla di male: il calcio è spettacolo e allo spettacolo partecipano tutti (un tempo si diceva quelli che pagano il biglietto. Oggi, essendo questi ultimi una razza in via di estinzione, partecipano anche quelli che sul divano postano, con tastiere sempre più smart, commenti al vetriolo su tutto e su tutti).
Sull’altro fronte ci sono i realistici, i pragmatici, accusati di accettare qualunque spregio e/o sopruso da parte di una Società avida, disattenta ai sogni dei tifosi, incapace di scegliere una linea di comunicazione efficace che riduca i contrasti e indichi un percorso lineare a tutti, tifosi e addetti ai lavori.
C’è da sottolineare come i proprietari, bravissimi manager della moda, non abbiano compreso che la Fiorentina non può essere assimilata ad una semplice azienda, una tra le tante, dalla quale estrarre profitti o gestire risultati finanziari ed economici: una squadra di calcio è una azienda del consenso e va gestita con parametri che vanno oltre l’equilibrio di cassa poiché impattano sull’identità di una città, sulla passione di migliaia di sostenitori e su equilibri di tipo politico più che economico.
Tra questi due partiti contrapposti, stanno volando in questo momento gli stracci (si rompono amicizie decennali al grido “sei un prezzolato di Della Valle” o “giochi allo sfascio come un gobbo mancato”), con risultati inspiegabili per ogni essere umano dotato di ragione.
Credo sia il momento di porre un freno, affinchè il partito del “tanto peggio tanto meglio” ritorni nelle fogne da cui è uscito.
Propongo quindi un decalogo comportamentale in 5 punti cui attenersi per concludere la stagione e poi, se necessario, tirare una riga e fare i conti una volta per tutte.
1 – Non dare credito a tutte le stupidaggini che appaiono su giornali, siti web, radio, Tv, ecc: sono spesso notizie infondate, scritte da personaggi che ne sanno meno di molti tifosi assidui frequentatori dello stadio e delle trasferte (ne conosco tanti!!), scritte prevalentemente per vendere il proprio mezzo, accreditare il proprio nome come ben informato, promuovere se stessi, se non, in qualche caso, seminare semplicemente zizzania. (E’ il caso dell’ultima bufala su Sousa che deve chiedere scusa a Della Valle).
2 – Riconoscere che questa squadra, con i giocatori che ha (e qualcuno lo ha da tempo) ha raggiunto 3 quarti posti ed al momento è ancora quarta: quindi Tomovic, Pasqual, Mati Fernandez (tanto per citare i più bersagliati) hanno contribuito fortemente a questo indiscutibile successo della squadra, magari con rilevanza minore rispetto ad altri, ma sicuramente non sono accusabili di essere il male della Fiorentina.
3 – La Società deve affidare ad un tifoso di fiducia (o ad una associazione di tifosi riconosciuta) un ruolo di intermediazione mediatica, con pieno titolo di gestire la comunicazione sugli aspetti più importanti della gestione della squadra, cominciando finalmente a registrare i rapporti tra le varie componenti, in base al principio, sempre valido, de “i panni sporchi si lavano in casa”. E quindi chi ha da protestare lo fa all’interno fino a fine stagione, dopo di che tira le conseguenze e se non gli è piaciuta la collaborazione si dimette (l’allenatore, il dirigente, lo stesso Presidente) o chiede di essere ceduto (il giocatore) o non rinnova l’abbonamento (il tifoso), il tutto in modo trasparente, da Giugno in poi.
4 – Devono cessare i continui attacchi ai singoli giocatori: Babacar l’anno scorso se non rinnovava era un disastro, la Società dimostrava incapacità e rischiava di perdere una risorsa. Oggi, con un rinnovo a un milione e quattrocentomila netti a salire, è un pacco, è lento , è un giocatore inutile. BASTA! E’ l’ora di finirla con i processi continui: i giocatori della Fiorentina sono una risorsa e vanno tutelati: chiunque li denigra e li offende deve essere emarginato, anche allo stadio.
5 – La squadra sta dimostrando di ottenere ottimi risultati, avendo sulla carta una rosa inferiore a molte squadre del campionato. Va sostenuta a prescindere: i tifosi tornino allo stadio e incitino la squadra con maggiore forza, rifiutando la divisione artificiosa Allenatore-Squadra- Tifosi contro la Società: è roba pericolosa, produce tensione e non aiuta. I conti si fanno alla fine.
Smettiamola quindi con affermazioni offensive e denigratorie: siamo in corsa e corriamo con ciò che abbiamo, tutti insieme. Ci sono stati errori che, a fine stagione, verranno fatti pagare a chi li ha fatti: o, e mi auguro che sia così, verranno ricomposti, per affrontare con maggior forza e credibilità la prossima stagione, all’insegna della Fiorentina e dei suoi traguardi.
Senza dimenticare che siamo Firenze, che il Palazzo non ha mai gradito la nostra presenza ai piani alti, che il nostro appeal è gioco forza non paragonabile ad altre squadre anche italiane di maggiore forza (economica e politica), e che, comunque, nella fascia delle squadre di analoga importanza e capacità (penso a Genoa, Sampdoria, Lazio, Palermo) la Fiorentina è negli ultimi anni sempre davanti. E con pieno merito di tutti: