La Fiorentina è stata giustamente tacciata di follia per una serata, quella con l’Inter, dove si è fatto a gara a chi le commetteva più grosse, una sfida tra incompiute, si è detto, che però ha premiato la compagine viola, di solito nota per inciampare sempre nelle occasioni più favorevoli.
Ma follie le compie non solo la Fiorentina: il Milan di Montella fa harakiri con l’Empoli a San Siro (7 minuti di recupero concessi dall’arbitro, come dire si gioca finché il Milan non pareggia -Lotito ha davvero tutti i torti?) proprio con lo stesso risultato del Franchi a Firenze, e riapre davvero i giochi per il sesto posto.
Tornano fuori i soliti refrain sulla non volontà delle squadre in corsa di giocare davvero il preliminare di Europa League, per cui tutte e tre (Inter, Milan e Fiorentina) giocherebbero alla meno per non raggiungere l’obiettivo. Soliti stereotipi che puntualmente risorgono per giustificare, con un teorema predeterminato, comportamenti e risultati che cozzano con la logica e con le forze messe in campo, situazioni che minano le certezze dei soliti bene informati che in questi teoremi e complotti tornano ad inquadrare le cose in uno schema ordinato che funge da Prozac per chi lo definisce più che da spiegazione per una situazione indecifrabile.
Poiché di questo si tratta: la follia è per definizione una cosa che non si spiega razionalmente. Il calcio, non solo quello italiano, è ricco di follie e di episodi incongruenti, non tutti casuali, ovviamente, ma non tutti riconducibili ad un unico disegno.
E forse questo è un disegno che deve ancora essere scritto: non so quanto ci creda Sousa, non so quanto ci credano i giocatori (ma molti di loro mi sembrano assai motivati per raggiungere un traguardo che potrebbe assolverli da una stagione ad oggi fallimentare), ma non credo sia un’eresia provarci.
Provarci per salvare la faccia, per confermare che noi siamo la Fiorentina, che vogliamo stare in Europa, che vogliamo confermare il nostro livello di cui andiamo fieri, perché il calendario consente di sognare. E infatti c’è anche chi vede possibile un aggancio al quinto posto, considerando che Atalanta e Lazio hanno un calendario un po’ più complicato e che il vento di follia le ha finora risparmiate (ma potrebbe toccare anche a loro, o no?)
E poi vogliamo ribadire che noi siamo la Fiorentina.
E mi permetto di dissentire dal mio Direttore che si è mostrato dispiaciuto per la sconfitta del Pisa.
Il Presidente Corrado si è insediato esaltando l’isola antiviola di cui lui è rappresentante, che ha gioito al momento della retrocessione della Fiorentina.
E io godo per la retrocessione del Pisa: chi di spada ferisce, di spada perisce.
Se vale per il Kalle Rummenigge, offeso per l’arbitraggio scandaloso con il Real (dopo che Ovrebo lo aveva fatto sorridere con Platini in tribuna – e noi non dimentichiamo), vale anche per Corrado.
FORZA VIOLA