Nell’edizione odierna de La Gazzetta Dello Sport, il presidente esecutivo della Fiorentina, Mario Cognigni ha rilasciato una lunga intervista a Luca Calamai toccando diversi punti del mondo viola:
“Il calcio italiano sta vivendo una svolta, c’è bisogno di un presidente della FIGC competente e autorevole. E’ necessario aumentare i guadagni dai diritti tv come accade in Spagna. Il Milan? Non è dove vorrebbe in classifica nonostante i 240 milioni investiti in estate. La vittoria nel derby per loro può essere punto di ripartenza. Il nuovo stadio? L’obbiettivo è giocarci la prima partita nel 2021 e presenteremo il progetto definitivo in sei mesi dal momento in cui il Comune di Firenze avrà approvato la variante urbanistica che ci consentirà di avere un’area libera su cui costruire”
Altre dichiarazioni del presidente esecutivo della Fiorentina, Mario Cognigni, rilasciate a La Gazzetta dello Sport: “Il calcio italiano è arrivato all’anno zero. Serve un’Assemblea Costituente che cambi regole obsolete. Quando il 13 novembre l’arbitro ha fischiato la fine di Italia-Svezia non ha decretato solo l’uscita degli azzurri dal mondiale, ma anche la fine di un periodo, di un modo di interpretare e gestire il sistema calcio in maniera involutiva. Più attenta ai personalismi che a logiche di crescita. Oggi Federazione e Lega devono rilanciarsi nel segno di un rinascimento provando a cambiare senza farsi strumento di alcuno. Lasciando il mondo fuori da quello del pallone. Abbiamo in mano un prodotto eccezionale. Dobbiamo, però, liberarci dalle corporazioni. I consiglieri di Lega devono cogliere l’occasione assumendo un ruolo di Assemblea Costituente con l’obiettivo di cambiare regole obsolete e di farle rispettare da tutti. Dobbiamo modificare, ad esempio, la distribuzione dei diritti televisivi, ma soprattutto aumentare i proventi derivanti dalla loro vendita, come sta succedenti negli altri Paesi. In Spagna pochi anni fa i diritti tv fruttavano 700 milioni, ora hanno toccano il miliardo e mezzo”.
L’identikit del nuovo presidente della Lega? “Non abbiamo bisogno di tutori o padroni. Abbiamo bisogno di un professionista che esprima competenza, onestà e autorevolezza. Abbiamo bisogno di un cambiamento radicale, di riforme mirate, di un progetto totalizzante e inclusivo, in cui sia evidente l’unità dell’associazione. Unità che offra garanzie di stabilità e solidità”.
Il Milan? “Non sono abituato a fare i conti in casa altrui. Si legge che il Milan ha ricevuto un diniego dall’Uefa per la proposta di Voluntary Agreement e nonostante una campagna acquisti da 240 milioni non si trova certo nella posizione di classifica a cui avrebbe ambito. Anche se il superamento del turno in Coppa Italia può essere un’ottima occasione di ripresa. Anche l’Inter è cinese. Suning, proprio per il rispetto del fair play finanziario, mi sembra di capire che stia rispondendo picche alle richieste di rinforzi del proprio tecnico nel mercato di gennaio. L’annuncio dell’autofinanziamento in un anno in cui i nerazzurri ambiscono allo scudetto è una cartina di tornasole. Non credo che gli imprenditori italiani e stranieri, tra i più ricchi al mondo, abbiano poi così interesse a investire centinaia di milioni in un pozzo cieco quale il calcio italiano. Scommettere una mole immensa di risorse non garantisce risultati sicuri”.