La sconfitta del Napoli a Firenze e il conseguente addio al titolo partono dalle feste post gol di Koulibaly a Torino.
La squadra azzurra è apparsa scarica mentalmente come se il suo scudetto fosse stato gia’ vinto nella sfida contro la Juventus, il suo popolo, mai realista, sempre sospeso in sogni, aveva già esploso i suoi mortaretti, le sue luminarie come se non ci fosse un lunedì.
La debacle psicologica è continuata con la rimonta juventusorsatiana di sabato sera, il cross di Cuadrado deviato che beffa Handanovic vero e proprio colpo dell’ anno e gli sciagurati minuti finali di Santon, che dimentica Higuain hanno popolato di mostri la notte dei partenopei.
In ultimo l’espulsione di Koulibaly dopo otto minuti ha evidenziato il cattivo approccio alla gara dei ragazzi di Sarri, non ricordo un tiro nello specchio della porta difesa da Sportiello, e se tre indizi fanno una prova e tre gol una disfatta ecco come il Napoli, già barcollante in qualche altra occasione sia andato ko sul prato del “Franchi”.
La Fiorentina dal suo canto ha giocato la partita perfetta, scavalcando il centrocampo azzurro anche quando si è trovata in inferiorità numerica innescando un Simeone chirurgico nelle finalizzazione al netto delle prove così e così di Chiesa e Saponara.
Non mi unisco ai cori di esaltazione per Badelj, due palloni “sanguinosi” persi davanti alla propria area di rigore e una partita senza particolari acuti, in cui Veretout da interno e le fasce, ottimi Biraghi e Laurini hanno costretto il Napoli ad alzare bandiera bianca.