GENOVA – RISPETTO PER LA CITTÀ ED I TIFOSI BLUCERCHIATI
“Per noi non esiste partita il 19 Settembre alle ore 17“.
Recita così il comunicato a firma del gruppo di tifosi della Sampdoria “Ultras Tito Cucchiaroni”, in merito alla gara di recupero della prima giornata di campionato con la Fiorentina. Dopo la richiesta della Regione Liguria di spostare la fissata per mercoledì 19 settembre, il gruppo ha lanciato un appello ai tifosi sampdoriani: disertare la partita in segno di protesta contro un orario che complica la viabilità cittadina dopo la tragedia del ponte Morandi. “Da quel tragico giorno ad oggi – si legge nel comunicato – Genova vive quotidianamente sotto pressione, tentando di risollevarsi, affrontando uno dei momenti più delicati e difficili della sua recente storia”. “Ogni sforzo, ogni azione ed ogni scelta che ci riguardino dovrebbero essere fatti tenendo a mente il bene della città e dei genovesi, prima di tutto”. Di conseguenza il comunicato si chiede se la decisione sia stata “presa con queste premesse”, domandandosi anche se “Chi insiste per giocare nonostante il parere contrario del Comune di Genova, della Regione Liguria, e della società U.C. Sampdoria, ha idea di cosa voglia dire far convergere oltre 20.000 persone verso Marassi a quell’ora ed in queste condizioni?”. A seguito di queste premesse, gli UTC comunicano di aver “deciso che mercoledì non saremo allo stadio. Esatto, per noi non esiste partita il 19 Settembre alle ore 17:00. Andiamo oltre e invitiamo tutti, TUTTI, i tifosi sampdoriani, che avevano intenzione di andare alla partita, a evitare di mettersi in viaggio verso lo Stadio. È una scelta estremamente dolorosa, ma che riteniamo giusta. È inutile esprimere solidarietà, fare minuti di silenzio e magliette commemorative, spendere parole su parole, se poi nella pratica non si è pronti ad un gesto concreto, e ad ora, l’unico compiuto è stato quello di mettere prima di tutto, sopra ad ogni altra cosa, i diritti televisivi”. Decisione presa per “non mettere in ulteriore difficoltà Genova ed i genovesi. Questo è il nostro gesto concreto. E’ una questione di rispetto, lo stesso rispetto che “altri”, in questo momento, non stanno avendo per la nostra città”.