Caro Giancarlo Antognoni,
ho sentito delle sue perplessità a partecipare alla festa del 28 agosto per i 90 anni della Fiorentina. Comprendo le ragioni che ne sono alla base. Quel “gap” che lei indica come un ostacolo da superare, un boccone amaro da ingoiare, soprattutto una distanza da colmare, ha nome e cognome. Anzi nomi e cognome Diego e Andrea Della Valle. La sintonia fra lei è i due fratelli non si è mai trovata, ma è superfluo addentrarsi ora nelle tante possibili risposte. Probabilmente non le ha giocato a favore l’insistenza con cui i tifosi e anche tanti personaggi del mondo del calcio, pensando di aiutarla, hanno perorare la sua “candidatura” a ruoli dirigenziali nella Fiorentina. Anziché creare un ponte fra lei e i Della Valle hanno ottenuto l’effetto contrario e quel “gap”, a cui lei fa cenno, si è progressivamente allargato. Possibile un’inversione di tendenza? “Non è mai troppo tardi”, recitava il titolo di una nota trasmissione televisiva della nostra (siamo quasi coetanei) infanzia. Ma in questo caso sono in ballo caratteri mal disposti all’autocritica, i loro, e permali sedimentati, i suoi, che non si cancellano con uno slogan. La festa della Fiorentina senza Antognoni sarebbe come la famiglia Medici senza Lorenzo il Magnifico o il Cupolone orfano di Brunelleschi o l’Arno privato di Ponte Vecchio.
Tuttavia niente di quanto ho appena illustrato ha a che fare con le celebrazioni dei 90 anni viola. L’invito formalmente le è arrivato dai Della Valle, è ovvio, ma di fatto sono i tifosi viola a rivolgerglielo. I tifosi di ieri, di oggi e, sono certo, anche di domani. Lei fa parte della storia della Fiorentina come nessun altro calciatore che abbia indossato la maglia viola. Anzi si può dire, senza esagerazione, che lei è parte della storia, non solo sportiva, di Firenze. Una città capace da sempre di dividersi su tutto e su tutti ma non sul valore di Antognoni. Lei è stato e resta un ambasciatore della Fiorentina in campo internazionale. Credo che non ci sia un solo tifoso che non l’ha inserita nella top 11 lanciata dalla società viola.
Novant’anni sono un traguardo importante per una società di calcio. E quel giorno di festa non si ripeterà. Lì, ad accoglierla, non ci saranno i Della Valle. O meglio ci saranno anche loro ma non è questo che, per lei, dovrebbe contare. Davanti a sé avrà uno stadio pieno pronto a scandire il suo nome. Ansioso di rivivere momenti di gloria e ricordare emozioni mai sopite legate indissolubilmente alle sue giocate. Sarà in compagnia di altri grandi campioni ma con un privilegio su tutti: lei è l’unico a cui il Franchi tributò un lunghissimo applauso dopo un gol fatto contro la Fiorentina. Era l’ormai lontano 21 febbraio 1988 e lei con la maglia del Losanna, insacco con un gran tiro. Nessun altro giocatore viola ha mai avuto un riconoscimento simile. Davvero vuole perdersi tutto questo per fare uno sgarbo a chi non ha trovato il modo di valorizzarla? Sfoderi un colpo di classe, superi lei quel “gap” con la falcata elegante che era il suo marchio di fabbrica in campo. Si presenti in tribuna d’onore con un sorriso smagliante e pensi solo ai tifosi che non mancheranno di farsi sentire. Saranno altri ad essere in imbarazzo.