IL PUNTO (e qualche virgola )
Analisi semiseria delle cose viola Di Alessandro “Coppins” Coppini
UN ANNO IN 94 MINUTI
Riassumono perfettamente l’anno viola che sta finendo i 90 regolamentari e i 4 di recupero della gara contro il Milan. Il ridimensionamento voluto dalla campagna acquisti-cessioni è il risultato dell’allontanamento (fisico ed economico) della proprietà, cominciato già nel 2016. Tutto ciò consegna ai tifosi una squadra di un livello medio che la gara di oggi conferma. I rossoneri, nonostante le spese folli, sono squadra modesta e dovrebbero essere stanchi dopo i tempi supplementari di mercoledì scorso in Coppa Italia. Eppure la Fiorentina gioca una gara alla camomilla per 40 minuti facendosi pericolosa solo con due tiri (Simeone e Gil Dias) verso lo scadere della prima frazione. Periodo nel quale Banti commette un errore colossale, non mostrando il rosso a Romagnoli per un intervento killer su Simeone: l’espulsione dovrebbe essere comminata non per la chiara occasione da rete (discutibile) ma per la violenza del fallo (incontestabile). Comunque 0 a 0: tanta sterilità dipende in buona parte dalle prove sottotono di Thereau (non una novità purtroppo), dalla misteriosa e irritante impalpabilità di Benassi, dal minor contributo di Veretout, e dalla leggerezza di Gil Dias. E soprattutto dall’assenza di Chiesa, dal quale la squadra in questa stagione dimostra di dipendere troppo. Entra nella ripresa il talento viola, si schiera esterno alto ma incide poco sulla gara. Forse è veramente affaticato (ma a vent’anni sarebbe grave) forse il tanto criticato partire dalla linea della difesa (che appunto toglierebbe energie) gli è più congeniale perché gli permette di avere più campo e prendere velocità. La squadra comunque sale di tono, e segna un bel goal con Simeone. Bravo l’argentino ma evidente l’errore di Bonucci, come evidente quello di Sportiello (appena tre minuti dopo) che respinge corto e confeziona un assist per il pareggio rossonero. Peccato, perché tenere il vantaggio per un’altra manciata di minuti avrebbe forse significato i tre punti. La partita sottolinea anche l’immaturità di Simeone, specialista di testa ma ancora troppo fragile nel dribbling e nelle conclusioni. Badelj riassume al meglio i tanti giocatori viola andati altrove: in questa squadra è indispensabile, mentre in compagini più ambiziose sarebbe uno dei tanti. Bene i cosiddetti gregari di difesa, Biraghi e Laurini che si stanno facendo largo tra lo scetticismo generale. Ancora buona la prova di Hugo negli ultimi 20 minuti: Pioli deve per forza trovare il modo di far giocare lui e (alternandoli) Milenkovic, dato che sono i 4 centrali in rosa i difensori più forti. Il mister rispecchia perfettamente l’annata in corso: pacato, serio, gran lavoratore, adatto a gestire il gruppo senza scossoni, a dare una certa solidità soprattutto difensiva alla squadra, ma con pochissime idee in grado di cambiare la gara, scarsa fantasia e nessun coraggio nella gestione delle sostituzioni, troppo attaccato al suo schema prediletto. Insomma un allenatore che fa rendere 6 e mezzo una squadra che 6 e mezzo lo vale, ma che non è capace di aggiungere di suo il mezzo punto in più che cambierebbe le cose. In conclusione il difficile campionato che tutti prevedevano, per valori tecnici e difficoltà ambientali, sta andando forse meglio del previsto, con la squadra in piena corsa per lo scudetto di A2 (sesto posto) e una piccola solida base di giocatori sulla quale costruire la squadra. Per i sogni aspettiamo il 2018, che sicuramente ne porterà. Intanto auguri a tutti: buon anno!