Firenze- Dopo un primo tempo indolente e, soprattutto, dopo aver subito il vantaggio laziale al 10’ della ripresa, la Fiorentina sembrava avviarsi alla sconfitta. Ma a 25 minuti dalla fine Sousa fa tre sostituzioni in contemporanea, ammettendo perciò di aver sbagliato la formazione iniziale. In realtà schierare Chiesa (sostituito da Tello) ci stava, perché non era facile capire prima della gara quanto fosse spremuto il gioiellino viola. Cristoforo è stato impalpabile, e l’entrata di Kalinic al suo posto ha cambiato la partita, ma sappiamo quanto sia restio il portoghese a schierare due punte sin dall’inizio. Non aver schierato Sanchez nella formazione iniziale ( il colombiano sostituisce Maxi Oliveira) appare più grave, perché dopo averlo “inventato” difensore era questa l’occasione buona per vederlo centrocampista davanti alla difesa, cosa avvenuta appunto tardivamente. Comunque i viola ribaltano la partita, segnando tre goal in dieci minuti. Porta un contributo importante anche Tello, che fa una giocata eccezionale sul goal del 2 a 1, e che dimostra che quando può andare in velocità è giocatore tutt’altro che banale. E come detto risulta decisivo Kalinic, che sembra tornato quello di un mese fa. Sousa segue la partita sempre seduto, cosa già fatta con l’Inter. A chi in sala stampa gli chiede spiegazioni, risponde che i suoi sanno sempre cosa fare e non c’è bisogno di ricordarglielo. E’ uno spunto interessante questo, perché metterebbe in dubbio tutto il forsennato agitarsi della maggior parte degli allenatori. Che si alzano, invadono quasi il campo provocando l’intervento del quarto uomo che li invita ad arretrare, urlano richiami feroci. Poi quando la squadra segna non esultano ma chiamano un giocatore per dargli indicazioni, protetti da una mano davanti alla bocca, per impedire che venga decifrato il labiale. Insomma secondo Sousa è tutta scena, perché se le cose le dici per una settimana intera non c’è bisogno di ricordarle durante la partita. Quindi basterebbe inserire il pilota automatico! In realtà la partecipazione “fisica” e visibile del mister alla partita, significa soprattutto dare stimoli, sottolineare l’importanza della gara, trasmettere grinta ed entusiasmo, invitare a non abbattersi se le cose vanno male. Col suo melanconico starsene seduto (manca solo che dall’impianto acustico della stadio venga suonato un tristissimo Fado) Sousa vuol comunicare (se mai ce ne fosse bisogno) il suo totale distacco da questa società, dalla stampa e da buon parte del pubblico. Se poi vengono fuori partite come quella di Palermo o primi tempi come quello di ieri, nessuna sorpresa.