Era il 1918. A Sarajevo Gavrilo Princip, irredentista serbo assassinò Francesco Ferdinando erede al trono d’Austria-Ungheria e la moglie. Allora l’Austria si incazzò e dichiarò guerra alla Serbia e da lì si incazzarono in tanti e fu il patatrac che portò allo scoppio di quella che sui libri di storia è chiamata “prima guerra mondiale”. L’attentato all’arciduca Francesco Ferdinando d’Asburgo è per tutti gli storici il “casus belli”, la causa, l’evento che ha fatto deflagrare una situazione ormai irreversibile. Perché il sentimento di rivincita dei francesi sui tedeschi era forte e a Parigi si volevano riprendere l’Alsazia Lorena, perché l’Italia voleva il completamento dell’unità con il Trentino e il Friuli Venezia Giulia, perché la Serbia puntava a uno stato unico di tutti i popoli di origine slava. Insomma perché in Europa i venti di guerra spiravano tanto forte da rendere inevitabile la fine della “Bell Epoque”. Il lettore più attento avrà capito che tutto questo preambolo, forzato e abbastanza noioso, mi è servito per parlare della sentenza del T.A.S. di Losanna, della riammissione del Milan nelle competizioni europee, ma soprattutto del primo turno preliminare di Europa League, giocato dall’Atalanta contro il Sarajevo e non dalla Fiorentina. E quindi della fine di un’altra tregua.
Da Sarajevo 1914 a Sarajevo 2018, la capitale bosniaca è protagonista dell’interruzione di un altro armistizio: quello tra la famiglia Della Valle e il gruppo più importante della Curva Fiesole.
“L’unonoveduesei” poco dopo la sentenza di Losanna ha rotto gli indugi e ha tuonato con un comunicato dai contenuti fortissimi che possono essere riassunti così: la tregua è finita, i Della Valle se ne devono andare, senza se e senza ma. Una campagna acquisti fin qua deludente, i tanti giocatori chiacchierati come in procinto di arrivare a Firenze, che invece si sono accasati con altre squadre e le tante fumose promesse di rilancio da parte della proprietà hanno fatto traboccare il vaso. Così, se quel tragico quattro di marzo aveva di fatto interrotto la protesta nella nome di una nuova unità nel nome del Capitano Davide Astori, adesso la situazione è di nuovo degenerata e se non cambierà qualcosa da qua al 17 agosto, lo strappo tra tifoseria e società diverrà insanabile.
L’ultima iniziativa in ordine di tempo dei supporters viola anti Della Valle, uno striscione al ponte alle Grazie, non fa altro che esacerbare il malumore. La contestazione ad inizio campionato si preannuncia durissima e pur legittima (se fatta con metodi e mezzi civili), rischierà di dividere ulteriormente il tifo tra antidellavalliani oltranzisti e moderati filosocietari.
Tutta questa situazione, fatta di cori contro la famiglia di Casette d’Ete (da parte dei contestatori) e di fischi contro i contestatori (da parte dei filosocietari) avrà come esito quello di danneggiare la squadra, che invece avrebbe bisogno del sostegno di tutto il Franchi. I ragazzi di Pioli nella seconda parte della scorsa stagione, dopo un inizio balbettante, sono arrivati a sfiorare la qualificazione all’Europa League, sfumata solo alla penultima giornata di campionato, dopo la sciagurata sconfitta al Franchi contro il Cagliari. L’impegno e l’attaccamento alla maglia non sono mai mancati, perciò l’aria ostile che si respirerebbe ogni domenica al Campo di Marte finirebbe ogni volta per favorire gli avversari di turno. Ovvio che occorrerebbe maggiore chiarezza da parte della proprietà, sullo stadio, sugli acquisti e sulle reali possibilità della Fiorentina di competere con le grandi potenze del calcio. Ed è pure ovvio che l’insofferenza della piazza, che vede ogni giorno aumentare sempre di più la distanza tra la propria squadra e le top d’Italia e d’Europa, si manifesti nel dissenso più o meno velato nei confronti della dirigenza. La voglia di tornare protagonisti è tanta e si scontra con la cruda realtà di un calcio dove a divertirsi sono solo i top club, i loro tifosi e le tv a pagamento.
Per realtà come la Fiorentina un bilancio sano e il settimo posto sono gli obiettivi di stagione, troppo poco per i tifosi, abituati negli anni passati a giocare gli ottavi di Champions e le semifinali di Europa League. Allora la via più veloce e più semplice è quella di chiedere la a testa dei Della Valle. E poi? Esistono ipotesi per il futuro? Esiste una nuova società all’orizzonte più solida di quella dei Della Valle? Tutte queste domande sono in cerca di una risposta. Per il momento solo tante chiacchiere e tanti sogni di magnati pronti a investire e portare la Fiorentina nell’Olimpo del calcio. Forse, per iniziare al meglio la nuova stagione, occorrerebbe da parte di tutti avere un po’ di buon senso e ritrovare quell’unità che ha spinto la Fiorentina fino all’ottavo posto, dopo quel tragico
quattro di marzo.