Firenze- A metà novembre 2015 la Fiorentina era in testa alla classifica e raccoglieva da TUTTI elogi e apprezzamenti. Li raccoglieva soprattutto Paulo Sousa, descritto da TUTTI come la vera novità tra gli allenatori della serie A. Capire cosa è cambiato da quel breve ma magico periodo potrebbe servire a preparare meglio il futuro: cos’ha di diverso la squadra che è riuscita nell’impresa di farsi battere dal Palermo, quasi retrocesso, dopo una partita inguardabile? Innanzitutto la rosa: c’erano Pasqual e Alonso, cioè due terzini di ruolo e di livello, rimpiazzati da Milic e Salcedo giocatori modestissimi. in difesa giocava spesso Tomovic, il tanto vituperato Tomovic, che comunque è un difensore e non un centrocampista adattato come Sanchez. Insomma la difesa era nettamente migliore. A centrocampo come “riserva” c’era Mati Fernandez, ma soprattutto i “tre tenori” Badelj, Vecino e Borja Valero incantavano col loro gioco. Anche in attacco la rosa aveva qualche carta in più come Blaszczykowsky e Rossi (poco utilizzato) ma erano i giocatori presenti anche quest’anno a giocare benissimo: Bernardeschi cresceva partita dopo partita, Ilicic era spesso il trascinatore, Kalinic la vera sorpresa della massima i serie. Insomma paragonando la rosa attuale con quella del miracoloso girone d’andata di un anno fa, si può dire che c’erano giocatori migliori ma soprattutto che quelli ancora presenti oggi, quest’anno hanno reso la metà. E poi l’allenatore: simpatico, disponibile, sognatore, motivatore e innovatore fino a gennaio 2016, ombroso, permaloso, incomprensibile nel linguaggio e nelle scelte tecnico-tattiche oggi. Comunque, con bravura e fortuna giocatori e allenatore si possono cambiare in meglio, ciò che preoccupa è la Società, che sembra assente e (quando c’è) in grado di non incidere. Molti vorrebbero l’esonero di Paulo Sousa, ma si dimenticano che oggi lo staff tecnico è costituito da una ventina di persone e che la squadra , in caso di promozione di Guidi, unica alternativa possibile, resterebbe totalmente abbandonata a se stessa: non è in questo che sbaglia la società viola, il cambio andava fatto a giugno. Colpiscono invece certe uscite letteralmente fantozziane: sabato Andrea Della Valle incontra la squadra e annuncia alla stampa di aver guardato i giocatori “negli occhi uno ad uno”. Pretende che le ultime 5 partite siano altrettante finali. Poi la medesima squadra, scossa dal carisma del proprio datore di lavoro, fa la partita che ha fatto. Non si sa se ridere o piangere, di certo c’è da essere molto preoccupati….