Pubblicato da Francesco Matteini
Firenze- Archiviato il pareggio 1-1 con il Tottenham con più di qualche giustificato rammarico per le 3-4 occasioni non sfruttate, si tratta di preparaci alla sfida dell’Atleti Azzurri d’Italia” di Bergamo.
Per farlo cerchiamo di trovare 5 pregi da lustrare come gli ottoni di una nave quando è in arrivo l’ammiraglio e cinque difetti da nascondere sotto al tappeto del salotto quando è imminente l’ingresso degli ospiti. La partita col Tottenham offre dieci spunti di riflessione sulla situazione attuale della Fiorentina, sui quali attendo anche il parere di voi lettori.
Pregi
Berna-gol – L’avvio di una continuità confortante. Accanto alle doti fisiche, atletiche, tecniche, tattiche e di inventiva, il giocatore ha iniziato a mostrare anche quelle realizzative. Sapevamo che ne era in possesso, ma il lungo “esilio” sulla fascia le avevano momentaneamente appannate. Spostato qualche metro più avanti e munito di debita copertura alle spalle, la sua indole a vedere la porta si è immediatamente scongelata.
Il ritorno di Badelj – Ha già buon ritmo gara nelle gambe. Forse non ancora l’autonomia dei 90 minuti, ma sembra che l’infortunio non abbia intaccato senso della posizione e attitudine al recupero palla. La sua presenza rende smagliante anche la corsa di Vecino.
Lo Zarate che non ti aspetti – E’ vero, ha dilapidato due occasioni d’oro per mettere la palla in rete. Però gli vanno riconosciute generosità e abnegazione nell’interpretare il ruolo di centravanti di movimento e l’intensità che ha messo per tutta la durata della partita. Per una “testa matta” non era scontato. Purché non sia un fuoco di paglia…
Freschezza atletica ritrovata – Nel primo tempo il Tottenham ha fatto correre i viola come matti nel tentativo di recuperare la palla. Nella ripresa sono stati gli inglesi a dover rincorrere e, alla fine, forse avevano la lingua ciondoloni più loro dei nostri.
L’estro di Sousa (1) – Ogni partita una soluzione inaspettata. E durante la gara un “menù” di assetti tattici poliedrici. Una squadra camaleontica, cangiante, a geometria variabile che spesso spiazza gli avversari.
Difetti
Poltrona vuota – La pervicace assenza di Adv, rafforzata da un ostinato silenzio, che impedisce al clima intorno a squadra e società di tornare al bello stabile.
L’uscita spericolata di Sepe – Le dichiarazioni del portiere innestano un elemento di zizzania e malumore all’interno dello spogliatoio (questo rispediamolo da dove è venuto senza tanti complimenti, interrompendo per giusta causa il rapporto contrattuale che lui vorrebbe invece mantenere pro Iban).
Mercato di (non) riparazione – Mancanza di alternative a centrocampo alla coppia Badelj-Vecino. Borja Valero è un buon adattamento, che però priva la fase offensiva del suo miglior ispiratore. Tino Costa (ad ora) solo una vera e propria riserva (più o meno alla stregua di Suarez).
Alla ricerca del Kuba perduto – Vederlo giocare è una sofferenza. Si percepisce come il giocatore non abbia fiducia in se stesso: quando viene affrontato da un avversario, sceglie sempre di rinunciare al duello appoggiando la palla indietro ad un compagno. Non sono problemi di gambe ma di testa, i più spinosi da risolvere.
L’estro di Sousa (2) – Ogni partita una soluzione inaspettata. E durante la gara un “menù” di assetti tattici poliedrici. Una squadra camaleontica, cangiante, a geometria variabile che talvolta spiazza più se stessa che gli avversari.