Domenico Aurelio è il nuovo direttore sportivo dell’Empoli Femminile. Prende l’incarico in sostituzione di Marco Landi. Può sembrare un semplice avvicendamento societario ma in realtà dietro c’è di più. Con questa casella la società del presidente Corsi ha completato il graduale processo di transizione da una società a “gestione familiare” a una società strutturata in modo professionistico.
Già perché Landi rappresentava l’ultimo tassello importante della struttura tecnica e dirigenziale del Castelfranco, che l’Empoli aveva acquisito per farne l’ossatura della nuova squadra inglobata nella struttura della società maschile che lotta per la serie A.
Una transizione graduale quella del presidente Corsi che sta alla fine arrivando a completamento. Deus ex machina del Castelfranco era infatti il presidente-allenatore Alessandro Pistolesi, da decenni nel calcio femminile, personaggio che ha sempre proposto uno stile, appunto, “familiare”, nell’accezione del motto “Castelfranco uguale casa”, che poi di conseguenza veniva interpretato anche come “il capofamiglia sono io” e più o meno tutto ruota intorno alla mia figura. Solo così si poteva spiegare il ricoprire, appunto, il ruolo di allenatore e presidente contemporaneamente: il secondo non poteva mai esonerare il primo, per dirne una.
E infatti, una volta completato il passaggio societario nell’Empoli Ladies, Pistolesi continuò a fare solo l’allenatore. Poi dal febbraio 2020 la presidenza è stata anche ufficialmente assunta da Rebecca Corsi, figlia del presidente Fabrizio.
All’inizio di questa stagione la decisione di avvicendare Pistolesi con Spugna, tecnico della Primavera della Juventus, che aveva fatto bene in bianconero, lavorando in stretta sinergia con l’allenatrice della prima squadra Rita Guarino, eliminando tra l’altro, con merito, la Fiorentina dalle finali scudetto; una Fiorentina peraltro rimaneggiata perché tutte le attenzioni si concentravano sulla prima squadra dove il tecnico Cincotta convocava in abbondanza giocatrici della squadra giovanile, anche alla vigilia di partite importanti, per portarle in tribuna in prima squadra, in una sorta di “harem allargato”, “per far vivere loro il clima”, senza confrontarsi sulle reali esigenze del gruppo del settore giovanile.
Con l’arrivo di Spugna, a Empoli, sono così arrivate molte giocatrici promettenti della Primavera della Juventus, opportunamente spedite a “farsi le ossa” in serie A (col sogno e con la speranza di riportarle, cresciute, un domani nella “prima squadra” bianconera) ad affiancare le giovani cresciute nel vivaio del Castelfranco: su tutte Cecilia Prugna e Lucia Di Guglielmo, che proprio nella partita decisiva di qualificazione al prossimo Europeo dell’Italia al Franchi contro Israele ha fatto il suo esordio in azzurro.
L’Empoli è stata la sorpresa della prima parte del campionato e continua a fare bene, tanto quanto la Fiorentina ha inevitabilmente steccato la stagione, depauperata di tantissime giocatrici che, scontente dell’attuale gestione, hanno via via, una dopo l’altra, fatto le valige e salutato.
Non a caso la classifica del campionato di serie A parla di derby tra Empoli, Fiorentina e Sangimignano, che sono tutte a pari punti in classifica e si giocano lo “scettro” regionale. Un traguardo simbolico ma alla fine importante, perché delinea delle gerarchie che fino a un paio di stagioni fa (con la Fiorentina che giocava per lo scudetto, l’Empoli in serie B e il Florentia che non ha alle spalle una società professionistica), erano impossibili da immaginare.
Anche a livello di settore giovanile le gerarchie sono nel frattempo cambiate, con la Primavera viola che ora insegue le altre due realtà toscane, che in passato non erano mai arrivate a giocarsi le finali scudetto.
L’Empoli con la promozione di Aurelio dimostra di voler spingere ulteriormente sull’acceleratore. In perfetto stile Corsi, infatti, è arrivato un manager giovane, che ha già preso confidenza con l’ambiente e che probabilmente farà fare un ulteriore salto di qualità.
Ora si aspettano le contromosse della Fiorentina che non ha ancora delineato i quadri tecnici per la prossima stagione, fermo restando che la conferma di Cincotta non sembra probabile. Ma prima del nome dell’allenatore della prima squadra il punto è delineare una strategia. Non avendo ormai più l’appeal della Champion’s League la società viola ha due strade davanti per tornare ai fasti che le competono: o investire tanti soldi per attrarre a suon di ingaggi stelle di prima grandezza e un allenatore di livello oppure ripartire dal basso e ricostruire la società dalle fondamenta. In entrambi i casi occorre accelerare le operazioni perché altrimenti si rischia di cedere ulteriore vantaggio alle altre squadre, comprese le “cugine” toscane. Si attendono segnali.