Rinasce in Toscana una realtà di calcio a cinque per ipovedenti. Ad ampliare il ramo delle proprie offerte e a raccogliere la sfida è stata l’Unione Sportiva Caparaia e Limite, che ha risposto all’appello di Sirio Belluomini, fiorentino, già tecnico della nazionale azzurra di calcio a 5 ipovedenti, di costituire una realtà per dare “casa” a tutti quegli atleti che, magari ottimi elementi dal punto di vista tecnico, per carenze visive (sopraggiunte o congenite) non avrebbero avuto più la possibilità di giocare a calcio ed esprimersi nello sport. “Una bellissima iniziativa che mira a coinvolgere tutti i ragazzi ipovedenti che desiderano condividere una passione sportiva ed il desiderio di competere e divertirsi!”, sottolineano i dirigenti della società empolese. “Mio desiderio è quello di continuare a coinvolgere ragazzi ipovedenti a giocare a calcio a 5, per competere ad alto livello e girare l’Italia”, sottolinea l’allenatore, deus ex machina di questo progetto. Belluomini, infatti, per tanti anni è stato allenatore della squadra ipovedenti del Pesaro, che ha conteso e vinto numerosi scudetti nella disciplina. Ora un progetto tutto toscano, per accogliere i ragazzi dai 14 anni in su, che giocheranno nel campionato italiano organizzato sotto l’egida della Fispic (Federazione italiana sport paralimpici per ipovedenti e ciechi). Per farne parte è necessario che i giocatori di movimento (il portiere può essere un normodotato) abbiano un residuo visivo non superiore a un decimo con correzione oppure un campo visivo di pochi gradi. Da lì poi, per i più bravi, c’è la possibilità di vestire anche la maglia della Nazionale e partecipare a Europei e Mondiali affrontando le principali nazionali.
Avvertenza per chi non ha mai visto questo tipo di partite: se si pensa di andare ad assistere ad un incontro di calcio a cinque diverso dal consueto spettacolo ci si sbaglia di grosso. Il livello di gioco può essere di livello assoluto e in non pochi lo hanno già constatato. Belluomini, infatti, nella sua carriera ha costituito e partecipato con squadre miste (composte da ipovedenti e normodotati) a tornei e campionati ufficiali riservati in linea teorica ai soli normodotati. Ricoprendo spesso e volentieri il ruolo di squadra rivelazione della competizione. Per dimostrare una volta di più che lo sport va oltre le barriere.