“Sicuramente sono felice di aver gareggiato in una finale mondiale e alla vigilia avevo detto che la linea della dignità sarebbe stata dall’ottavo posto in su, ma avvicinandomi alla gara, con le sensazioni della qualificazione, questo piazzamento non mi bastava più. A 5,70 ho cominciato a fare ‘casino’ nella rincorsa e non sono riuscito a rimediare a questi problemi. Oggi 5,80 dovevo saltarlo, non ci sono scuse. Ora un po’ di riposo poi si riparte a novembre con la preparazione invernale, ci saranno i Mondiali indoor in Cina e poi l’obiettivo sono le Olimpiadi di Tokyo. Ringrazio il team che ha lavorato con me, è stato un bel progetto quello portato avanti dal mio allenatore Riccardo Calcini, di affidare la consuelenza tecnica a Giuseppe Gibilisco, un lavoro che ha pagaro e che continuerà”.
Così Claudio Stecchi ha commentato l’esito della finale del salto con l’asta ai Mondiali di Doha. L’ottoavo posto è un piazzamento che riporta un azzurro tra i primi otto, a dieci anni dal settimo posto di Giuseppe Gibilisco a Berlino 2009. Stecchi con 5,70 superato al terzo tentativo sulla pedana del Khalifa Stadium ha preso parte anche stavolta come a Berlino Europei a una gara bellissima, contraddistinta com’è stata dalla lotta tra i tre favoriti: lo statunitense Sam Kendricks, oro con 5,97; lo svedese Armand Duplantis, argento con la stessa misura; e il polacco Piotr Lisek, bronzo con 5,87.
Stecchi apre senza difficoltà a 5,55, ma alla quota successiva, 5,70, incorre in due errori; al terzo tentativo utile, il fiorentino supera finalmente l’asticella, determinando la sua classifica. Si sale di dieci centimetri. Sono in otto in corsa, con i soli Duplantis, Lisek e Kendricks ad avere il ruolino ancora immacolato. Per loro, la magia continuerà anche a 5,80, mentre incredibilmente tutti gli altri, compreso Stecchi, finiranno con l’arrendersi, congelando le rispettive posizioni in graduatoria. L’azzurro, nel corso di tutti e tre i tentativi, sembra non riuscire a trovare il bandolo della matassa tra rincorsa e stacco. Cerca più volte l’intesa con la tribuna, dove il tecnico Riccardo Calcini e lo stesso Giuseppe Gibilisco provano a consigliarlo al meglio. Ma non c’è nulla da fare: i 5,80 restano stregati.
Alla fine Kendricks supera i 5,97, anche lui all’ultimo salto, e si riporta ancora al comando. A 6,02, si chiudono finalmente le ostilità: oro a Kendricks, argento a Duplantis, bronzo a Lisek.
Parzialmente deluso anche Yohanes Chiappinelli. Il senese, lo scorso anno a medaglia agli Europei di Berlino, è andato vicino al primato personale correndo in 8’24″73, ma non sufficiente per arrivare alla qualificazione per la finale nei 3000 siepi. “Peccato – ha detto – ho sbagliato qualche ostacolo, non sono contento di questo risultato”.