“Non abbiamo mai avuto in un anno una contezza di quali sono i ristori per le società sportive. Il Governo precedente ha elargito i famosi 600 o 800 euro agli istruttori, cosa che ha generato confusione, che ha generato invidie, e senza tenere conto che sono proprio le società sportive le entità che consentono agli stessi istruttori di lavorare”. E’ il grido di allarme di Marcello Marchioni, presidente dell’Assi Giglio Rosso nel corso della tavola rotonda promossa dalla delegazione toscana dell’ANSMES (l’Associazione Nazionale StellePalme al Merito Sportivo) dal titolo “In campo per la ripartenza dello Sport ….. e la Toscana c’è”, moderato da Marina Piazza. Un’iniziativa che è parte di un progetto nazionale organizzata in collaborazione con la Scuola Regionale dello Sport Toscana.
“Nell’ultimo anno del Covid – ha proseguito Marchioni – si è avuta la prova che le società sportive non sono considerate come entità: stanno lì perché ci devono stare, come se fosse una cosa scontata, naturale, dovuta… Ma non si tiene conto delle difficoltà che ci sono dietro, anche perché questo è un mondo di volontariato. L’unica soluzione che ci resta è organizzarci tra noi con le famiglie e con i ragazzi e gli atleti e fare quadrato al nostro interno. Ma dobbiamo rivendicare la nostra importanza e ribadire che la parte forte di tutto il sistema siamo noi società. Nel concreto ora dobbiamo capire come il nuovo Governo affronterà il problema. Io penso che il Codiv ci ha fatto focalizzare delle cose, ma questa situazione ha solo accentuato il problema. Noi dobbiamo far capire che il mondo dello sport è importante e consistente e che questa è una grande ricchezza per questo Paese”.
Nelle conclusioni ha ribadito il concetto Francesco Conforti, delegato regionale ANSMES Toscana: “Nei miei interventi – ha sottolineato – ho sempre cercato di far capire i numeri dello sport. Parliamo di 100mila società sportive, un milione di volontari e milioni di praticanti. Molti ignorano questi numeri.
Siamo un servizio sociale per la nostra nazione ma veniamo percepiti come qualcosa di dovuto. Io credo che noi dobbiamo mandare forte questo messaggio a tutti i livelli sperando che a forza di far capire quali sono le poten zialità, le nostre forze, i numeri in campo, le persone che possono fare degli interventi per lo sport si decidano a farlo”.