Vietato farsi schiacciare dalle pressioni. E vietato pure farsi prendere dalla voglia di strafare. I messaggi di Stefano Pioli, alla vigilia della difficile sfida contro la Roma, sono chiarissimi. Arrivati forti a chiari a chi di dovere. Nella conferenza stampa della vigilia il tecnico è andato dritto al punto. Mancano i gol degli attaccanti, è vero, ma le pressioni non ci devono essere. La squadra deve lavorare serena, con animo sbarazzino. Come d’altro canto impone la verdissima età della rosa (la più giovane d’Europa).
Logico pagare qualcosa, quando i giocatori più ‘vecchi’ che schieri in campo sono due classe ’91 (Hugo e Pezzella), ma la forza deve essere appunto mentale. Ingenuità si, ma anche incoscienza. Si torna sempre a battere su questo tasto, specialmente quando la conversazione scivola via su Pjaca. Lo ha suggerito anche Giancarlo Antognoni: “Giochi più allegro”. Come a dire, via il muso lungo, non ce n’è davvero bisogno. Con la testa libera e la spensieratezza della gioventù arriveranno anche gol e giocate. Ne è convinto lo staff tecnico viola, deciso ad insistere su certi calciatori chiamati a fare la differenza nel corso dei prossimi mesi. Perché di quello che accadrà in futuro, adesso, interessa poco a tutti. La squadra ha un obiettivo chiaro in testa: il gruppo (ma anche la società, proprietà compresa) vuole tornare in Europa. Nessuno si immagina fuori dall’Europa League per il terzo anno consecutivo.
Ed ecco che, quindi, l’occasione rappresentata dalla Roma è di quelle da non lasciarsi sfuggire. Contro le big, questa Fiorentina, ha sempre fatto bella figura in campo. Punti, però, pochini. L’obiettivo è invertire la rotta. Pioli accetterebbe di buon grado una brutta partita, da barattare con i tre punti.
L’altro messaggio recapitato in conferenza stampa è stato per Gerson: “Non deve strafare”. Al bastone è seguita subito la carota: “Per me è un giocatore importante, ha visione di gioco e gamba. E’ sulla buona strada”. Un colpo al cerchio ed uno alla botte, per stuzzicare il talento del brasiliano. I messaggi sono arrivati, adesso occorre recepirli. Da Simeone a Pjaca, passando proprio per Gerson. Già da domani serviranno risposte. E non solo da Federico Chiesa.