Le mura del fortino sono state tirate su in settimana: intorno a Giovanni Simeone la Fiorentina ha creato uno strato enorme di protezione. Il Cholito non segna da 623 minuti (dal gol a Genova contro la Sampdoria) e per la Fiorentina è diventato un problema. Non tanto perché non s’impegni in allenamento ed in partita, quanto perché il lavoro sporco che fa non può bastare per far lievitare i voti di un centravanti. Simeone si danna l’anima, lotta sulla trequarti, agevola gli inserimenti dei compagni e la prestazione (da questo punto di vista) la fa sempre.
I guai cominciano quando la Fiorentina non vince le partite (perché se vincesse senza i gol di Simeone andrebbe bene lo stesso) ed il suo centravanti ha realizzato appena due gol in tutta la stagione. Pochi, pochissimi per chi era atteso alla stagione della consacrazione definitiva. In estate nessuno poteva immaginare un attacco così sterile. Anzi, in molti erano sicuri che con Pjaca e Chiesa ai suoi lati, Simeone avrebbe fatto faville. Così, per ora, non è stato. Non solo per colpa del Cholito.
Intorno a lui, però, la Fiorentina ha alzato un muro, come abbiamo detto in precedenza. Guai mollarlo adesso, nel momento di difficoltà. I compagni ne raccontano le lodi pubblicamente, così come fa puntualmente Stefano Pioli. Ultima occasione, la conferenza stampa di oggi, alla vigilia della sfida di Frosinone.
Tutti con Giovanni, lo slogan è questo. Ed anche la compagna Giulia ha alzato la voce sui social, rispondendo a qualche tifoso che pretendeva di più da Simeone. “Sostenetelo, non affossatelo”. Questo il succo di un messaggio condivisibile in un momento di assoluta difficoltà realizzativa. Perché un momento così capita nella carriera di ogni centravanti. L’importante è che sia un momento contenuto, che duri poco. Perché già da domani sera serve tornare a gonfiare la rete. Per se stesso e per la Fiorentina.