Quarantotto ore di riposo sono servite a tutti. Ai calciatori per staccare la spina dopo l’inatteso pareggio di Frosinone, a mister Pioli per digerire una partita che non gli è proprio andata giù. Nessuno, in casa viola, si aspettava un mezzo passo falso simile, anche perché in qualche modo la squadra era riuscita ad indirizzare una partita complessa sui binari giusti.
Il gol di Pinamonti, però, ha fatto ripiombare nel buio la Fiorentina versione trasferta. Troppo poco il punticino guadagnato sul campo di una neopromossa (che faticherà a mantenere la categoria) per far finta che non sia successo niente. E’ stato fatto così in altre occasioni, ma venerdì no.
Soprattutto perché in campo non si è visto quello spirito di sacrificio e quella voglia di battagliare fino al 95’ che spesso ha contraddistinto la Fiorentina di Pioli. Limiti tecnici sempre evidenti, ma nell’ultimo anno e mezzo la voglia di lottare e di sudare la maglia non è mai mancata. Per questo il tecnico se l’è presa particolarmente ed il confronto che c’è stato subito dopo la partita dello ‘Stirpe’ è stato acceso.
Ognuno si è preso le proprie responsabilità, Pioli compreso, con l’obiettivo di voltare pagina e di ripartire per davvero – come si deve – da Bologna. Ad inizio stagione, pur tra mille difficoltà oggettive, la squadra aveva lasciato intravedere ben altro rispetto a quella che poi è stata la realtà dei fatti.
Adesso, come detto, una lunga sosta per riflettere sul da farsi, in attesa che tornino i giocatori dagli impegni con le varie nazionali. A centrocampo Norgaard scalda il motore, con Veretout che potrebbe tornare mezzala e con Gerson che potrebbe scalare nel tridente. In attesa che Pjaca dia segni di vita e che Simeone torni a battere un colpo.