Giovanni Simeone è tornato al gol contro il Sassuolo e forse è l’unica mezza notizia buona che la Fiorentina si porta via da Reggio Emilia. L’argentino non segnava da fine settembre e ieri ha trovato una rete facile ma che sicuramente gli fa mettere alle spalle mesi di difficoltà.
Ma nonostante il gol di Simeone persistono come prima i problemi offensivi di una Fiorentina che non gioca mai guardando avanti ma sempre guardando indietro e nonostante ciò prende gol evitabili. Sembra una squadra impaurita che sa della difficoltà a segnare e allora pensa soprattutto a difendere, finché anche quello diventa inutile. A Reggio Emilia la Fiorentina si è svegliata nel momento in cui ha avuto paura di perdere e ha “tralasciato” la parte difensiva per rigettarsi all’attacco.
Ancora una volta però Pioli sale sul banco degli imputati. Possibile continuare e puntare su un modulo a una punta? In questa prima parte di stagione Pioli come punta centrale ha provato Simeone, Vlahovic e Mirallas (a Torino) e sempre con lo stesso risultato: centravanti isolati praticamente assenti dal gioco della Fiorentina. La colpa sarà sicuramente in parte dei giocatori ma soprattutto di un tecnico ostinato che non vuole capire l’importanza di attaccare con più di giocatori e di avere un trequartista/seconda punta che possa stare in area costantemente e possa aiutare l’unica punta a gestire meglio pressing e attacchi alla porta.
Ancora questa evoluzione il tecnico della Fiorentina non l’ha fatta ma comincia ad essere in discussione anche lui. Pioli ha detto che vede il bicchiere mezzo pieno per la reazione della squadra non riuscendo a vedere che la reazione della Fiorentina non è né tecnica né tattica ma tutta di orgoglio e carattere individuale. In sostanza la Fiorentina ha pareggiato al di là degli errori di Pioli e del tecnico negli ultimi minuti c’è ben poco.