L’appello deve arrivare forte. Prima di ritrovare schemi e giocate serve ritrovare l’anima della Fiorentina. Quella smarrita a Frosinone. Quella che ha spesso contraddistinto le partite del gruppo di Pioli, da quando il suo Capitano è prematuramente scomparso. Il post tragedia di Davide Astori aveva ‘regalato’ al gruppo un qualcosa in più.
La Fiorentina, pur con evidenti limiti tecnici e strutturali, aveva sempre lottato in campo. Sudato la maglia. L’unità del gruppo balzava fuori e si vedeva ad occhio nudo. Era la carta in più di una squadra tecnicamente normale, ma che in diverse occasioni era andata davvero oltre i propri limiti. Un qualcosa del genere si è visto anche in avvio di stagione, ma a Frosinone il tonfo è stato fragoroso da questo punto di vista.
Giocatori molli, a tratti svogliati. Quella voglia di sudare e di soffrire non si è vista. Una partita non degna per onorare la memoria del Capitano, che tanti di quei giocatori ha sempre spronato, incitato, ripreso e difeso.
La speranza, adesso, è che si ritrovi fin da Bologna quell’alchimia che spesso ha sopperito ai limiti tecnici della squadra. Pioli ci conta, prima di salutare gran parte del gruppo ha fatto presente proprio questo: ok sbagliare una giocata, ma l’atteggiamento in questa Fiorentina non può essere sbagliato.
La sosta è ancora lunga, il lavoro con chi è rimasto ad allenarsi a Firenze è cominciato proprio da questo aspetto. Perché poi è anche inutile parlare di schemi e tattiche se chi va in campo non sente il fuoco dentro e l’orgoglio di indossare la maglia viola. La maglia di Davide.