Seppur accolto da tanti con grande entusiasmo c’è anche chi non ha accolto con salti di gioia il ritorno di Daniele Pradè nel ruolo di direttore sportivo della Fiorentina, perché solitamente chi torna in un posto in cui tra l’altro ha anche fatto bene difficilmente riesce a ripetersi.
In alcuni casi è effettivamente così ma il ritorno di Daniele Pradè non possiamo considerarlo come una minestra riscaldata. Infatti Pradè torna a Firenze e nella Fiorentina ma con un’altra proprietà, dunque non dovrà più lavorare nella società dei Della Valle con le regole dei Della Valle e i personaggi ingombranti che c’erano in quella società e che non permettevano a nessuno di lavorare in completa autonomia.
Tanto è vero che almeno negli ultimi due anni di Firenze Pradè è stato sostanzialmente accantonato riducendogli sempre di più lo spazio di manovra. Ma nella nuova Fiorentina non ci sono più né i Della Valle né i loro manager, accentratori e poco inclini a far lavorare gli altri nei propri ruoli.
Dunque torna Daniele Pradè che stavolta non troverà più “l’omo nero” da lui indicato come uno dei principali problemi interni della vecchia Fiorentina. Non avrà più paletti assurdi e potrà lavorare al meglio. Ora Daniele Pradè si troverà di fronte un lavoro enorme da fare: decidere cosa fare di ogni giocatore della Fiorentina (in questo momento sono 47), vendere al meglio chi non ci vuole più stare e di conseguenza ricostruire la Fiorentina a immagine e somiglianza di Vincenzo Montella.