E che trionfo sia! E che per una notte Firenze goda! Perché di notti come quella di ieri ha bisogno questa città, da troppo tempo in naftalina per quanto riguarda le gioie calcistiche. E non importa se pioveva, se forse nevicava, se faceva freddissimo e se il ritorno a casa è stato uno dei più gelidi che mai si sia ricordato. Serviva una partita del genere. Un risultato inimmaginabile alla vigilia, quando nessuno, proprio nessuno avrebbe scommesso un euro su una goleada così roboante. La Roma è sempre la Roma, e nonostante le difficoltà incontrate in campionato è pur sempre una semifinalista della scorsa Champions. Quindi ci si aspettava una Fiorentina gagliarda che riuscisse a mettere in difficoltà i più blasonati avversari, ma non un tonfo del genere della squadra di Di Francesco. La Firenze del calcio è in brodo di giuggiole: per la vittoria e per il raggiungimento di una semifinale di Coppa, che è sinonimo di ritorno a giocare partite che contano. La Roma è stata annichilita, distrutta. Federico Chiesa è un diavolo là davanti, parte e non si prende più e poi adesso segna con una facilità estrema. Nel 2019: due gol a Torino, due a Verona, tre ieri. Sette gol e siamo solo all’inizio di Febbraio. Una favola. Il suo valore sale alle stelle. Chissà se a giugno resterà qua. Per ora godiamocelo e poi incrociamo le dita su quello che sarà il suo futuro. Trattenerlo non sarà facile, ma, a mio modo di vedere, nemmeno così impossibile. Certo, sperare che trascorra tutta la carriera in maglia viola è un sogno quasi irrealizzabile, ma rimandare la sua partenza di qualche anno, potrebbe essere una soluzione che va bene a tutti.
E poi c’è ancora Muriel, uomo gol e uomo assist. Firenze ha un altro idolo, e non curiamoci di chi dice che farà il fenomeno fin quando non tornerà a far acquisti in pasticceria. Ironia da bar, anche un po’ sgradevole sinceramente. Il colombiano si sta ritrovando e pure lui nel 2019 ha già timbrato quattro volte il cartellino: due gol (incredibili) con la Samp, uno al Chievo e uno alla Roma. Si è risvegliato anche Simeone che nel finale, con i giallorossi a pezzi, ha infilato una stupenda doppietta che ha ingigantito il risultato fino al 7-1. Baci e abbracci per tutti in tribuna. Firenze saluta gli ultimi passaggi dei suoi beniamini con i classici “olè” e osserva estasiata Mirallas che taglia in due con lanci millimetrici la difesa della Roma. Il belga sarà prezioso. Sempre attento, sempre preciso, mai banale nei suoi movimenti. E a questo punto c’è da portare avanti un sogno. Un sogno chiamato Coppa Italia. L’Atalanta ha eliminato il cliente più scomodo. Quello che doveva ammazzare tutto in Italia. La Juventus ha virtualmente vinto lo scudetto, ma poi basta una serata dove tutto ti gira storto, che la stagione improvvisamente prende un’altra piega. Cristante e quel fenomeno di Zapata hanno devastato la difesa bianconera e Gasperini vola dalla Fiorentina in semifinale. Addio sogni di triplete per Allegri, che nel dopo partita alle interviste, dice che ci sta di perdere e che non si può sempre vincere. Poi ride, certo…per non piangere. Alla Juve resta la Champions e portare a casa il tricolore in sicurezza. La semifinale con la Fiorentina è dell’Atalanta. Come nel 1997 quando viola e nerazzurri si giocarono la Coppa Italia nella doppia finale. Anche allora Firenze aveva una gran fame di vittorie. Batistuta di ritorno da Bergamo con la squadra sollevò al cielo il trofeo alle quattro del mattina in un Franchi stracolmo. Sono passati ben 22 anni da quel memorabile giorno e Firenze ha una voglia matta di rivivere un’emozione del genere. Pioli e i suoi ragazzi sono chiamati all’impresa. Per i tifosi e sopratutto per il capitano, Davide Astori!