Torna la vittoria e arriva un piccolo salto in classifica dopo il derby contro l’Empoli. Firenze tira un sospiro di sollievo, anche se la Fiorentina come ha detto Pioli non ha svoltato. Resta con i piedi ben saldati a terra il tecnico, conscio che i voli pindarici possono essere pericolosissimi. Da qui al 29 dicembre, data in cui si concluderà il girone di andata, ci sono ancora tre partite, due delle quali in trasferta. Tre partite nelle quali la Fiorentina deve accumulare più punti possibile per continuare a sperare di lottare non solo per il settimo posto, ma anche per qualcosina di più. La partita di domenica non è stata esaltante sotto il profilo del gioco. Gli azzurri di Iachini erano in forma, sentivano il derby e volevano dare ai propri tifosi una grande gioia: vincere in casa della Fiorentina e raggiungerla in classifica. A tutto questo andava sommato una formazione, quella viola, rimaneggiata dalle squalifiche. L’emergenza a centrocampo era di quelle da codice rosso. Le assenze di Fernandes e soprattutto quella di Vereotut hanno costretto Pioli a schierare Norgaard dal primo minuto. Il giocatore, che non ha mai convinto a pieno il tecnico, ha risposto presente nonostante qualche incertezza di troppo. La squadra in difficoltà ha gettato il cuore oltre l’ostacolo. È andata sotto e ha reagito. E dopo tanto tempo, gli episodi sono stati tutti o quasi favorevoli alla Fiorentina. Passi per il millimetrico fuorigioco in occasione del gol annullato a Biraghi, ma l’Empoli si è divorato il gol dell’1-2 con Antonelli, quello del pareggio con Caputo e sopratutto ha perso nella fase cruciale dell’incontro Bennaccer, un uomo che in quel momento a centrocampo stava facendo la differenza. Per lachini quella è stata la svolta al negativo. La Fiorentina al di là di questo ha meritato i tre punti, dimostrando la stessa determinazione vista negli ultimi dieci minuti contro il Sassuolo. Simeone è tornato a far gol, ma non solo. L’assist per la rete del pareggio di Mirallas è una chicca. Tutto questo, ahinoi, non è servito, perché il Cholito in un colpo solo ha rovinato tutto. Tutto quello che di buono aveva lasciato in una domenica pomeriggio gelida al Campo di Marte. Che senso aveva zittire una curva, uno stadio, un popolo? I tifosi erano stati fino a quel momento buoni buoni, avevano cantato la nuova canzoncina di contestazione ai Della Valle nel pre partita, avevano cantato quella vecchia per non farla dimenticare a nessuno. Tutto nella norma, senza esagerare. C’era da festeggiare il compleanno di un gruppo storico come il Marasma, c’era da sostenere la squadra e quello hanno fatto, quando è iniziata la partita. Ma la Fiesole non si è fermata lì: ha omaggiato il mai dimenticato ex viola Beatrice con una bellissima coreografia. Mettere il dito alla bocca dopo il gol è stato un gesto fuori luogo, non da professionista. Inutile stare a spiegare a questi ragazzi milionari che media e tifosi hanno il diritto di critica. Inutile stare a spiegare che è ovvio che piovano giudizi non positivi, se da prima punta si segnano solo quattro gol dall’inizio del campionato ad oggi. Ad annacquare il malumore che è serpeggiato e serpeggia tra i tifosi sono arrivate immediatamente le scuse dell’attaccante. “E’ due mesi che stiamo lottando, stiamo soffrendo…era importante tornare a vincere e per me era importante tornare a segnare. Ringrazio chi mi è stato vicino fino ad adesso…tensione e passione possono portare a fare certi gesti, chiedo scusa a chi si è sentito offeso.” Su per giù queste le parole dette in sala stampa e scritte sui social che riassumono il mea culpa dell’argentino. Qualcuno dimenticherà in fretta quello “zitti e muti”, condito da un’espressione abbastanza colorita in spagnolo. Qualcun altro invece non ci passerà sopra. Vedremo come proseguirà la telenovela. Fatto sta che il Cholito ha trovato il modo migliore e più veloce per rovinare la piccola festa per i tre punti ritrovati. Adesso per il numero nove viola occorrerà risanare il rapporto con il tifo più caldo e l’unico modo che avrà per farlo è segnare. Ovviamente il modo migliore sarà quello di mettere una pietra sopra su quanto accaduto e far finta che non sia successo niente. Sabato c’è il Milan a San Siro e per Natalino arriva a Firenze il Parma, sarà meglio concentrarsi e lasciar fare queste infantili scaramucce.