Vincenzo Montella ha parlato al Corriere dello Sport della sua seconda esperienza a Firenze: “Commisso ha entusiasmo, prima o poi farà esperienza. Finora ha speso tanto e forse ha avuto meno di quanto si aspettasse. Solo che noi non avevamo un obiettivo specifico: che so, il quarto posto. Volevamo creare un’identità e valorizzare i giovani. Le vittorie iniziali avevano illuso qualcuno che la nostra dimensione fosse quella dell’alta classifica. E così dopo un calo, che c’è stato, ha pagato l’allenatore. Un discorso che ci sta. Però un’altra cosa, sempre in generale, vorrei dirla”.
Proceda pure.
“Se io guidassi una società, se fossi un dirigente, sosterrei l’allenatore finché posso. E in caso di cambio, lo sostituirei con uno che abbia le stesse caratteristiche. Quando invece sterzi bruscamente, significa che avevi scelto giocatori non adatti alle caratteristiche dell’allenatore precedente. Non vale solo per la Fiorentina, ripeto, fanno in tanti così”.
Montella dunque non ha fatto altro che confermare quello che chiunque, tranne la Fiorentina, ha potuto capire da tempo: questa rosa è costruita senza un’identità. Una squadra senza né capo né coda e senza un’idea chiara sul cosa si vuol fare.