Intervenuto telefonicamente a Viola Spritz sul Canale 196 TeleFirenzeViolaSuperSport, il giornalista Gianluca Teodori, Responsabile News di Rds e autore di L’età della passione. La Lazio di D’Amico, Giordano e Manfredonia (Edizioni Eraclea), ha parlato del prossimo avversario della Fiorentina, domani alle 20.45 allo Stadio “Franchi”.
Che Lazio sarà?
“È una squadra che non riesce a esprimersi sul livello di due anni fa, va molto a tratti, non ha continuità per cui mi aspetto una partita imprevedibile e spettacolare”
A Firenze tiene ancora banco il tema Chiesa – Gasperini. Il tecnico atalantino ha avuto parole simili nei confronti di Immobile additandolo come simulatore.
“Ho l’impressione che questo tipo di aggettivazione si usi a volte con troppa disinvoltura. Io sono un grandissimo ammiratore di Federico Chiesa che da un punto di vista fisico non è facile da buttare giù. Può avere delle scaltrezze, mediate da giocatori del passato, ma fa parte della legge del calcio. Tra l’altro con il Var parte del problema sussiste in maniera molto minore rispetto a qualche anno fa. Certo è che Gasperini usa quel termine con grande disinvoltura. Io non me la sento di dare la croce addosso a Immobile ma non perché lo difenda in quanto centravanti della Lazio bensì perché la simulazione sul secondo rigore non esisteva. Forse si può discutere sul primo, peraltro Immobile usciva dall’area, ma di certo non sul secondo. Non so quale vantaggio avrebbe tratto cadendo. Mi è parsa un po’ esagerata la polemica dovuta probabilmente al fatto che vedere sfuggita una vittoria certa può fare perdere le staffe e Gasperini ci è caduto”.
A Firenze sono tutti innamorati di Commisso. I laziali come stanno con Lotito?
“Lotito va preso per quello che è. È un personaggio, ha imposto un modello. C’è un problema di collocare la dirigenza della Lazio, cioè cercare di capire se questo club vuole crescere veramente o accontentarsi. Lotito viene contestato per questa infinita potenzialità della squadra che rimane sempre tale. Come se ci fosse una pista di decollo, corri a trecento all’ora per quindici anni ma poi non ti stacchi mai da terra. Questa è la sindrome che si vive. Avere il potenziale di crescere ma poi non cresci mai. Al di là di tutte le virtù riconosciute alla gestione di Lotito, dopo quindici anni ti aspetti di capire che cosa faremo da grandi. La società lascia sempre un po’ lo spiraglio a qualsiasi tipo di interpretazione oltre al fatto che una tifoseria divisa troppo a lungo diventa poi stanca; la Lazio oltre le venticinquemila presenze non riesce ad andare come se questa situazione alla lunga abbia logorato molti. A fronte di cose fatte bene da Lotito e dal direttore sportivo Tare, ce ne sono altre meno come l’ultimo mercato che poteva garantirti quel salto di qualità che poi non arriva mai”.
Milinkovic-Savic, passato di sfuggita anche a Firenze, vale ancora 100 milioni?
“Vanno considerati i livelli di Milinkovic-Savic di due anni fa in corrispondenza di quelli espressi adesso anche per necessità di squadra. A mio avviso sarebbe molto più devastante dieci metri più avanti. Prototipo di giocatore moderno, un metro e novanta, novanta chili, grande tecnica e padronanza, se lo metti lontano dalla porta rischi di perderne il potenziale. Tutto dipenderà da come terminerà il campionato. Il mercato vive di cifre gonfiate ma settanta-ottanta milioni ancora li vale”.
Che cosa pensa la piazza laziale di Simone Inzaghi?
“Al momento è con l’allenatore. Ormai da quattro anni in panchina, considerando il subentro a Pioli, la piazza è abbastanza convinta che Inzaghi abbia dato qualcosa in più alla Lazio in questi anni per atteggiamento e altro. È chiaro che nel momento in cui non c’è un ricambio forte, l’ultima grande rivoluzione tecnica risale al 2011-12, con certi elementi ormai piuttosto logori, l’atteggiamento tattico risente di questa situazione. Vedo un allenatore ostinato come tanti, che crede nelle sue idee, forse anche troppo, ma non credo che con un manico diverso, uscendo da questo 3-5-2, la Lazio potrebbe fare molto di più. C’è poi chi lo contesta per non essersi fatto sentire nel mercato estivo ma quanti allenatori hanno potere in tal senso?”.