A Piazzale Michelangelo si è presentato alla stampa il nuovo allenatore della Fiorentina, Vincenzo Italiano, queste le sue dichiarazioni:
Joe Barone apre la conferenza: “Buongiorno a nome del Presidente Commisso ed al figlio, ringrazio i presenti per partecipare a questa giornata molto importante. Essere in questo luogo rappresentativo per Firenze è molto importante per i nostri tifosi. Siamo fortunati perché possiamo presentare la guida di Vincenzo Italiano. E’ una scelta che parte da lontano, già anni fa ci parlammo mentre lui allenava a Trapani nel 2018. Ci siamo concentrati su di lui ed abbiamo cercato l’uomo e l’allenatore, un uomo con i nostri valori, la massima trasparenza e sincerità poi… E’ siciliano come me, ci piace il suo gioco basato su ritmo, continuità e velocità. I giovani con la sua guida sono cresciuti, da importanza a tutta la rosa e questo è bello. Tutta la società ha condiviso la scelta di Italiano per far crescere la squadra divertendo i tifosi. Italiano trasmette energia e positività, non vediamo l’ora di tornare sul campo sperando di avere intorno a noi il popolo viola. Stiamo lavorando continuamente con Lega e Federazione per l’accesso dei tifosi che insieme a Commisso voglio ringraziare: hanno accolto nel miglior modo Italiano, vivendo con intensità la questione. Ultima cosa: in tutto il mondo oggi ci sono delle situazioni di difficoltà per lavoratori e famiglie, a nome della Fiorentina voglio sostenere le famiglia della GKN, e non solo, anche tutti coloro che stanno affrontando un momento terribile sperando che tutto possa sistemarsi. Buon lavoro a Vincenzo Italiano”.
Pradè: “Sono contento per la sua scelta, chiediamo a lui un’identità ben precisa, vogliamo essere riconoscibili, non andrò avanti su altre situazioni, in bocca al lupo Vincenzo”.
ITALIANO:
Firenze la sfida più difficile della tua carriera?
“Scusate per la poca voce, ma ciò vi dimostra che stiamo lavorando forte e con intensità. Il calcio per me è uguale in ogni categoria, il cambiamento sono la qualità dei giocatori e tutto è ai massimi livelli. Sono convinto che la scelta di venire a Firenze è una scelta dove porterò il cuore, ho ottenuto in questi anni risultati importanti e ringrazio la società. Darò tutto me stesso, tutti devono temere la Fiorentina, cercare di essere sempre una squadra temibile, quando da giocatore la dovevo affrontare non dormivo per tre giorni, ed i nostri avversari la devono vivere così. Per quanto riguarda ciò che mi sta succedendo sono contento, è un percorso di grande soddisfazione, questi per me sono di altissimo livello dal primo all’ultimo e non vedo l’ora di iniziare sto cominciando a conoscerli”.
Cosa ha dato Italiano al calcio?
“Io non ho smesso tantissimi anni fa, per un ‘malato’ come me posso dire che il calcio è ragione di vita, a 15 anni ero nei professionisti, mi ha fatto diventare uomo, adesso da allenatore nella massima serie, tutti davano per spacciata la squadra che allenavo e ci sono riuscito, mi da soddisfazione in modo dinamico, guardo milioni di partite e voglio continuare così. Ho 43 anni e spero di allenare più possibile, sperando che il fisico regga… Talvolta mi sento più stanco adesso di quando correvo in campo. Firenze è una città fantastica e va riportata in campo ogni giorno”.
Tre anni di obbiettivi raggiunti, quest’anno ne ha uno preciso? Ha dei sogni?
“Sono quattro anni consecutivi che mi tolgo belle soddisfazioni andando oltre il traguardo iniziale ottenendo qualcosa in più, la società vuole ottenere più punti, segnare di più e prenderne meno. Vogliamo ottenere una grandissima identità in campo e fuori, cercando di creare più possibile nelle partite concedendo poco e se la pensi così puoi ottenere ciò che ho riuscito ad ottenere in questi anni. Giocare a calcio è la cosa più bella, il richiamo della panchina però era una cosa che mi incuriosiva sempre e vuoi o non vuoi devi essere più attento ad altri ruoli, ho iniziato da Vice, poi la gavetta con il settore giovanile aggiustando errori… Sono molto diverso agli altri anni ed è normale sia così. le soddisfazioni rendono forte. Adesso quando finisce una partita non hai finito, è h 24. Il mio sogno da allenatore è nell’immediato veder crescere questi ragazzi che conosco da tre giorni vedendoli divertire, voglio che i miei calciatori mi dicono questo. Le vittorie non le può garantire nessuno perché c’è il fattore imponderabile… Sono convinto che per quanto riguarda impegno e fame lo trasmetterò ai ragazzi”.
Che marchio di fabbrica vuole dare alla Fiorentina?
“Quando parlo d’identità mi riferisco ad un certo tipo di calcio ed atteggiamento, intensità spesso aggressivi cercando di non subire mai.. Avere un’idea comune, un obbiettivo unico… Poi possiamo parlare di numeri, ma conta l’atteggiamento di ciò che fai in campo, può portare grossi vantaggi”.
Cosa si aspetta dal mercato e se ha un messaggio da mandare ai tifosi dello Spezia…
“Con la società il quadro è chiaro: valutare la rosa in questi giorni e dopo il ritiro fare il punto della situazione, ovviamente li conoscevo da avversario ma da allenatore è diverso, anche dal punto di vista caratteriale. Per me la Fiorentina è una squadra di livello, poi si può sempre migliorare però aspetto di valutare bene. Per quanto riguarda Spezia io penso che ciò che è stato fatto in questi due anni sia storia, se c’è stata una persona che ha avuto rispetto avendo grande atteggiamento della piazza quella si chiama Vincenzo Italiano, in due anni abbiamo ottenuto obbiettivi allucinanti, in ogni minuto non è mai mancata una parola per i tifosi, specie per la mancanza sugli spalti, figuriamoci per una piazza con promozione storica e salvezza. Ogni parola era per loro. Ho visto delusione ed amareggiamento, ci sono dei momenti dove si abbassa la testa come successo a gennaio, come quando eravamo abbandonati, poi si ottiene risultati e l’allenatore diventa idolo e fenomeno… Passa in secondo piano ed uno fa fatica se ha messo una firma ed un contratto, dobbiamo andare oltre. Per Spezia ho amore che rimarrà per tutta la vita e mi dispiace per la loro reazione”.
Firenze è ambiziosa e vuole divertirsi. La sua ricetta per riportare la città dove merita? Roma alla prima giornata dopo la vittoria di europeo vinse lo Scudetto, ci ha pensato?
“Ho già parlato con i ragazzi, se vogliamo ottenere il divertimento dobbiamo averlo come obbiettivo, chi fa questo mestiere e non vuole dare soddisfazione ai tifosi non ha capito niente… Per me bisogna difendere bene ed attaccare benissimo cercando di fare un gol in più degli avversari altrimenti non puoi vincere la partita…
Nessun limite e solo orizzonti come slogan, e l’importanza di Vlahovic?
“E’ stata una mia frase scritta al primo giorno dopo la mia firma a Trapani, e all’ultima conferenza c’era ancora quella lavagna, e quella frase è rimasta li non preoccupandosi di cancellarla. Per quanto riguarda la Fiorentina è quella di essere una squadra che deve difendere bene ma attaccare benissimo cercando sempre di vincere con equilibrio, spavalda si ma non folle. Dobbiamo essere diversi dagli altri. Vlahovic? In questi tre giorni ci ho parlato, penso che abbiamo davanti un giocatore straordinario, ha fame, cercherò di ottenere il massimo da lui ma chiederò qualcosa di diverso, ossia grande sacrificio e disponibilità. Nei prossimi anni diventerà di valore assoluto”.
Obbiettivo Europa? E se manca un regista per il tuo tipo di gioco
“La squadra deve andare oltre la 14esima posizione, la sua storia non può avere una classifica di questo genere. Voglio migliorare ciò che è stato fatto in precedenza migliorando in classifica, non ci siamo posti un posizionamento preciso, dobbiamo essere diversi proponendo. Per il regista vi dico che qui mancano i sei nazionali, Pulgar lo ha fatto per tanti anni è un giocatore importante, lo devo ancora conoscere, nella mia idea di calcio l’asse centrale deve avere qualità e personalità, valutiamo tutti i ragazzi della rosa in attesa dei rientri dai giocatori in Nazionale”.
Trattativa con la Fiorentina, Nico Gonzalez è un componente, nel tridente manca altro?
“Penso che quando ti chiama la Fiorentina, sia un orgoglio per qualsiasi calciatore o tecnico. Poteva essere qualcosa di più veloce, ho ricordato che se qualcosa non nasce per caso credo nei segni del destino, ho sposato questo progetto conoscendo professionisti che mettono cuore e passione, poteva essere trattativa più rapida ma ciò che conta è che sono qui. Gonzalez è un giocatore che tutti avete visto, ha vinto la Copa America è un titolare dell’Argentina, è forte ed ha qualità, partiremo con il 4-3-3 poi vediamo. Fa gol – anche di testa- corre e si sacrifica. Un grande acquisto”.
Manca poco per essere competitivi? C’è un problema psicologico?
“Quando hai a disposizione 3 argentini che hanno vinto la Copa America, 1 cileno, 1 italiano che ha vinto l’Europeo… Io li ho visti da avversari, credo siano giocatori di ottimo livello, se si può migliorare si può migliorare. Bisogna migliorare anche ciò che hanno dentro, avendo la voglia di dare tutto per questa maglia. Non è solo una questione di numeri in campo, dobbiamo mettere più carattere ed arrivando qua devono avere qualcosa di diverso per la piazza che occupano, io cerco di incidere al centro sportivo ed in campo la domenica. Voglio vedere un popolo che quando ti vede in giro per le strade debba pesare che giocatori, staff ed allenatori siano persone da amare. E che non abbiano attaccamento”.
La sfida con la Roma alla prima. In difesa Milenkovic, Pezzella e Lirola rimarranno?
“Le partite sono tutte difficili dalla prima all’ultimo, la Fiorentina quest’anno cambia guida tecnica, e 12 squadre in serie A lo hanno fatto, le difficoltà che avremo noi le avranno anche gli altri. E’ una corsa a chi è più veloce a farsi capire prima. Non è facile, ci sono squadre che mettono molto tempo per avere questa identità. Finché una gara non finisce per me è sempre difficile, che sia Venezia Empoli neopromosse o Juventus Milan o Inter cambia poco, per me sono tutte finali. Per la difesa ho sempre interpretato con una linea a quattro, voglio difendere lontano dall’area di rigore, nella testa devi avere l’idea di non fare avvicinare gli attaccanti avversari. La nostra è una difesa di livello, farla diventare di altissimo credo che spetti a me, deve essere coraggiosa e senza paura. Questo dipende dalla capacità dell’allenatore ma anche dalla disponibilità dei ragazzi, non deve essere una vergogna rincorrere per trenta metri, si deve lavorare di squadra, i momenti sono sia individuali ma soprattutto collettivi. Ad oggi conoscendoli solo sull’aspetto calcistico, per me è una difesa di livello, poi se lavorando mi rendo conto sia diverso cambieremo”.
Amrabat?
“E’ un centrocampista come ero io, ogni tanto dicevano che non può giocare qui o la, per me è stata una sfida essere sempre funzionale a fare ogni ruolo di centrocampo, pensa sia un giocatore forte che ha determinate caratteristiche, a questi livelli tutti devono sapere fare più ruoli e più cose. E se uno si mette a disposizione aprendo le sue vedute per me può fare qualsiasi cosa, figuriamoci lui con il suo dinamismo, Bonaventura e Castrovilli ne hanno altre, lui diverse… E’ un problema mio cercare di fargli rendere al massimo, si valuterà il da farsi, ma il primo obiettivo è ottenere tutti al proprio agio e lui è di valore”.
Se ho parlato con Commisso?
“Intanto vi dico che voglio conoscere bene i ragazzi, mi piace stare in campo condividendo tutto, l’ultima parola è la mia ma c’è grande condivisione, voglio metterli a proprio agio. Il mercato aspettiamo qualche giorno. Commisso? Si ci ho parlato è stato simpaticissimo, dicendo che tu sei italiano tedesco e siciliano, mi ha chiesto in ordine di cosa volevo essere. Gli ho detto che voglio diventare un allenatore importante per questa maglia e questa città, poi scelga lei ecco. (ride ndr), spero che mi conosca come una brava persona ed un bravo allenatore”.
Ribery, Caceres ed Eysseric non rimasti?
“Sulle questioni contrattuali io mi faccio da parte, c’è la società che decide. La Fiorentina ha giovani importanti ed interessanti, penso che ci debba essere un giusto mix tra esperti e gioventù, alcuni di questi mi hanno già colpito quattro giorni”.
Se mi sarebbe piaciuto allenare Ribery?
“Mi limito a dire che Ribery è un campione ed è dimostrato da ciò che ha vinto e da ciò che ha dato in campo. Anche questo è stato un discorso dove ha deciso la società e fatto prima del mio arrivo. A me il calciatore vedendolo in tv ha molto impressionato”.
Un allenatore a cui mi ispiro, e se ha sentito Prandelli?
“Ho avuto la fortuna di avere allenatori preparatissimi e che mi hanno dato tanto, anche proprio nelle varie gestioni. Ed alcuni mi hanno ispirato lo confesso, tra questi Prandelli, lui è stato il primo a darmi fiducia a 20 anni a Verona, a consegnarmi le chiavi del centrocampo e con lui ho vinto la serie B, poi abbiamo ottenuto risultati straordinari, ho passato due anni fantastici ed ancora non l’ho sentito, ma lo farò presto perché vive qui so quanto è tifoso, mi darà molti consigli. Lui lo ricordo con piacere perché ‘il primo amore non si scorda mai'”.