Quello dell’Italia è anche un po’ il problema della Fiorentina: le difficoltà sotto porta sono una costante per entrambe le formazioni. Degli azzurri però ci importa fino ad un certo punto.
Il problema offensivo dei viola è da ricondurre ad un reparto offensivo che non fa del gol la propria peculiarità. Pjaca è ad oggi ancora un oggetto misterioso e di gol non ne ha fatto una costante nella sua carriera, poi c’è Chiesa che spacca le partite ma anche lui di gol non ne fa molti, o comunque non ne fa abbastanza per potersi prendere la responsabilità di essere il bomber della Fiorentina.
Il terzo, Giovanni Simeone, è l’attaccante centrale di Pioli e quello, a logica, designato a fare gol e, perché no, arrivare almeno ad una quindicina di realizzazioni a fine stagione. Ma ad oggi il Cholito ha segnato la miseria di 2 gol in 8 partite. Pioli dice che va bene così perché a Simeone richiede un gioco dispendioso e di appoggio al resto della squadra, ma se non segna lui chi ci pensa?
Ad oggi nessuno, perché la Fiorentina non segna così tanto e il suo goleador è il centrocampista Benassi, fermo ormai da diverse partite. Il punto vero è che è proprio Simeone è il problema della Fiorentina. Da lui ci si aspettano i gol, da lui ci si aspetta il cinismo sotto porta perché altrimenti diventa tutto tremendamente difficile. Ma il Cholito potrà diventare più incisivo quando Pioli gli alleggerirà il lavoro per il resto della squadra e solo allora la Fiorentina avrà un’arma in più per puntare all’Europa.