Passare da 2 a 1 a 1 a 2 è tutto un attimo, parafrasando la nota canzone sanremese di Anna Oxa di oltre vent’ anni fa. Come da zero a tre punti in classifica. O da quello che sarebbe stato l’ormai acclarato anonimato in campionato a un piazzamento Europa League ancora vivo, distante tre punti. Potenza dell’inesorabile giudizio del Var.
Riassumiamo quanto accaduto. Al 72’ Chiesa al termine di un’insistita azione personale cade in area dopo un contatto con Felipe. Sulla ripartenza la Spal con un rapido contropiede coglie impreparata la retroguardia viola e segna il gol del 2 a 1 con Valoti il quale corre ad abbracciare il fratellino raccattapalle a bordo campo. Tutto bello e commovente per chi tifa la squadra di Ferrara. Dura un attimo, appunto. Gioco fermo perché si va alla revisione del Var ma non per il gol della Spal, regolarissimo nello svolgimento dell’azione, quanto per l’episodio precedente con protagonista Chiesa nell’area dei padroni di casa. L’arbitro Pairetto osserva, si toglie il sudore dalla fronte e indica il rigore per la Fiorentina. Siamo al 76’ e due minuti dopo dal dischetto Veretout non sbaglia trasformando per l’1 a 2. La decisione retroattiva mortifica i giocatori di casa che subiscono altre due reti, dall’incattivito Simeone subentrato in precedenza dalla panchina e dal talentuoso indolente Gerson.
A tanti che tifano viola, contenti da un lato per la vittoria, dispiace dall’altro sia accaduto proprio contro la piccola Spal anche se le parole nel dopo gara del presidente Mattioli assolutamente sbagliate verso Chiesa definito “persona poca seria” rendono sicuramente quella società meno simpatica.
Decisione sicuramente giusta in base al regolamento ma ciò che in cuor nostro, e non solo, lascia un piccolo grande macigno è la seguente questione: sarebbe accaduto lo stesso se invece che al “Mazza” di Ferrrara si fosse giocato allo Juventus Stadium?