La Fiorentina “domina per possesso palla” ma talvolta all’uscita dal campo tutto ciò ..non serve a niente
AAA cercansi tiri in porta senza deviazioni, occasioni da gol, inserimenti e dribbling alla Chiarugi.
Paulo Sousa ..pensieroso: non potrebbe essere altrimenti…..
di Francesco Matteini
Firenze- Al termine del 1° match del girone di ritorno contraddistinto purtroppo da un nuovo rovescio, sul campo del Milan : 2-0 nella bacheca viola questi sono i due annunci che andrebbero pubblicati. La bandiera del possesso palla come forma di superiorità dei viola sull’avversario, è stata malinconicamente ammainata nelle ultime due giornate di campionato.
Contro il Milan ha raggiunto quota 68,7% con due gol sullo stomaco (all’andata, col risultato allo specchio, era stata solo del 58,8%). Si tratta del quarto miglior dato, se vogliamo considerarlo un pregio, di tutta la stagione. Ma i numeri sono impietosi nella loro crudezza. La Fiorentina ha avuto un maggior possesso palla, rispetto alla gara persa con i rossoneri, contro l’inesistente Frosinone (73,3%) e contro l’allora impresentabile Bologna (71,6%). Al terzo posto la sconfitta con la Roma (70,8%), seguita con lo stesso valore (68,7%) da quella col Milan e col Torino e dalla vittoria con l’Inter. Al settimo posto il possesso palla con la Lazio (67,6%), ancora una debacle. Solo in un’occasione la Fiorentina ha ceduto questo primato all’avversario: in casa col Genoa, battuto uno a zero (47,2%). Insomma, se il possesso palla facesse classifica saremmo in fuga solitaria da tempo.
Sousa, su questo in perfetta continuità con Montella, sostiene che se il gioco lo conduciamo noi, per gli altri è più difficile fare gol. Parafrasando Andreotti si potrebbe teorizzare che il pallone logora chi non ce l’ha. Il problema, però, è cosa farci col pallone. Il possesso palla in sé non dà punteggio. E se non si sublima in azioni pericolose (per gli avversari) si trasforma in un’irritante fare ammuina.
Eppure, si dirà, per buona parte del campionato il “gioco alla Sousa” ha funzionato, eccome. Verissimo, e non va dimenticato né sottovalutato l’apporto che il tecnico ha dato ad una squadra costruita per puntare al quarto posto come massimo e che ora si trova, paradossalmente, a riconsiderare quel traguardo come minimo e comunque deludente. Ora però occorre una cura ricostituente. Sperando che non sia troppo tardi. Vediamo chi risponderà agli annunci.