Stefano Pioli, tecnico della Fiorentina, ha parlato al Corriere dello Sport – Stadio.
La missione è quella di gettare le basi per il futuro.
«Noi vogliamo costruire qualcosa di importante: non sono qui a chiedere tempo, perché vorrei dare ai nostri tifosi e di riflesso anche a noi le più grandi soddisfazioni possibili subito, ma non potrà essere una stagione piena di successi. Tutti insieme credo, però, che si possa costruire qualcosa per immaginare una Fiorentina sempre più forte anno per anno, pur consapevoli che non sarà un anno facile. Noi siamo una squadra giovane, la gioventù ti dà tanto ma non puoi pretendere tutto e subito».
Il rinnovo dei contratti di Chiesa e Astori sono piccole pietre di questa nuova edificazione? «Sì. A me il percorso che la società vuol fare è chiaro, questi contratti parlano della conferma che questo percorso è iniziato. E’ la volontà manifesta che sta nascendo qualcosa di importante».
Lei crede al fatto che Chiesa possa restare la prossima stagione? «Io ci credo. Se la società gli ha proposto il rinnovo ed il giocatore ed il padre, che credo lo gestisca, hanno accettato, vuol dire che il percorso è appena cominciato, pur consapevoli che anche in altri grandi club europei ci sono state cessioni eccellenti, in passato, tipo Mbappé e Neymar. Chiesa ha rinnovato perché crede nel progetto, nel percorso e la società crede che lui possa essere un giocatore su cui puntare. Quest’anno servirà molto anche per capire quelli che saranno i tasselli importanti sui quali puntare».
Lei crede davvero che dopo questa fase di edificazione la Fiorentina possa tornare ad alti livelli? «Io credo di sì, anche se quest’anno si sta dimostrando che si sta allontanando la distanza tra le prime cinque forze del campionato e le altre. Io credo che la Fiorentina debba ritornare a quello che ha fatto negli anni passati con questa proprietà, cioè lottare per l’Europa League e nella stagione eccezionale puntare, come ho fatto io con la Lazio, alla Champions».
I tifosi della Fiorentina hanno visto un leggero calo di emotività, lei è d’accordo? «E’ normale associare al risultato negativo il calo della squadra: noi nelle ultime partite abbiamo sbagliato un tempo, quello di Crotone, ma non la voglia e l’entusiasmo. Il primo tempo con la Roma, da allenatore non mi ha fatto impazzire perché abbiamo commesso errori, ma siccome sono anche tifoso dei miei giocatori vederli andare sopra a delle difficoltà contro un avversario così forte è stato motivo di orgoglio. In loro vedo lo stesso atteggiamento, la stessa volontà, la solita generosità: alcuni risultati ed errori non ci hanno permesso di avere continuità».
Cosa o quanto manca alla Fiorentina per diventare quello che Pioli vuole? «Ai giocatori sto ripetendo che ci manca davvero poco per essere una squadra degna di esser chiamata così. Se tutte le volte c’è quel poco, alla fine sarà tanto, ma ci arriveremo».
Nel mirino c’è la fase difensiva. Pioli è d’accordo?«I numeri delle prestazioni dopo 13 giornate dicono che in fase difensiva siamo nelle prime 6 squadre del campionato tra quelle che concedono meno tiri in porta, meno occasioni da gol, meno cross agli avversari. Dunque, la struttura della fase difensiva della squadra c’è. Purtroppo dobbiamo evitare di commettere quegli errori, in fase di costruzione o comunque di possesso palla, che ci hanno portato ad incassare reti. Abbiamo un’idea di come vogliamo difendere, essere compatti ed offensivi. Tra palle inattive e sbavature può sembrare così ma non lo è».
La spaccatura tra i Della Valle e la città è un po’ come quella che lei ha vissuto alla Lazio? «Si somigliano, anche se quella di Roma mi sembrava ancora più netta. La passione a Firenze c’è e ci sarà sempre: il tifoso dovrebbe cercare di mettere da parte quelle che potrebbero essere altre dinamiche. Siamo stati abbastanza chiari sugli obiettivi: quest’anno si vuole costruire qualcosa, dobbiamo pensare a posare la prima pietra