Terminata l’esultanza per un risultato insperato, per aver recuperato in meno di dieci minuti due gol, resta da inserire nella collezione dei pareggi il 3-3 di Reggio Emilia e analizzare ancora tutto quello che non va di questa Fiorentina, che prima di Natale certo non regala soddisfazioni ai propri tifosi. Un’altra gara bruttina, un altro crocevia dove la squadra di Pioli si è fermata allo stop. Non ha fatto un passo indietro, vero. Ma non ha fatto neanche un passo in avanti. La classifica diventa sempre più anonima e pure l’Atalanta scappa via, dopo la vittoria corsara di Udine firmata da una tripletta di Zapata. Un primo tempo piatto, una formazione nuova con davanti Vlahovic al posto di Simeone, sugli esterni Pjaca e Gerson, e Benassi che ogni tanto punta per far male l’area avversaria. Tutto bene sulla carta, ma ancora una volta le reti non arrivano. Il ragazzino serbo tocca pochissimi palloni, Pjaca ha qualche lampo, così come Benassi, ma niente più. L’ingresso di Chiesa nella ripresa coincide presto con i fuochi d’artificio che iniziano a scoppiare in campo. Sì perché la Fiorentina perde improvvisamente attenzione, ma complice è anche il Sassuolo che inizia a mulinare e a far gioco. E qua che Pioli non sa più che pesci prendere, perché la rete di Duncan arriva dopo un intervento non ortodosso di Lafont, ma era nell’aria, perché i neroverdi stavano giocando bene al calcio, mentre la Fiorentina era incapace di creare e a centrocampo aveva perso la bussola. Gerson spaesato, Fernandes uguale e pure Veretout aveva difficoltà a far salire la squadra. E’ servito il gol dell’ex Babacar per risvegliare gli ardori viola. Una rete che ha avuto come effetto quello di riaccendere l’orgoglio di Pezzella e compagni, che si sono risvegliati come Biancaneve dopo il bacio del principe. E allora ecco che il Cholito torna al gol, dopo un palo di Fernandes e pure la paura più nera è scacciata. Dopo il gol del 3-1 emiliano di Duricic le campane della parrocchia di Pioli stavano già suonando a lutto. Invece la reazione d’orgoglio si è materializzata in tutta la sua forza e negli ultimi dieci minuti la Fiorentina ha trovato due gol che salvano capre e cavoli e che fanno tirare un grosso sospiro di sollievo ai propri tifosi già pronti a un amaro pisolino postprandiale. Ripartire da qui, dal minuto 89 e dal minuto 96 del Mapei Stadium per costruire un nuovo inizio. Tutto dipenderà da come terminerà il 2018 in viale Manfredo Fanti. La tifoseria è tornata sul piede di guerra, a Reggio nel mirino non è finita solo la società. Cori di dissenso un po’ per tutti e pure i giocatori stavolta sono finiti nel calderone. Empoli, Milan, Parma e Genoa. Questo è il calendario da qui all’ultimo dell’anno. Avversari non certo complicati, eccezion fatta per la trasferta al Meazza. Ma già la gara di domenica potrebbe nascondere numerose insidie. Al derby della provincia di Firenze l’Empoli ci arriva in quinta, gli azzurri hanno il vento in poppa dopo il cambio di allenatore. Dopo la vittoria contro il Bologna Caputo e compagni sono solo a tre punti dai viola e una vittoria al Franchi varrebbe doppio, anzi triplo se si tiene conto che pure l’amatissimo ex Beppe Iachini vorrà far bene davanti ai suoi vecchi tifosi. La Fiorentina è avvertita. Se vorrà dare una svolta a questa stagione che si sta andando pian piano a infilare in un vicolo cieco, dovrà ricominciare dal finalissimo del match contro il Sassuolo e approcciare al derby con tanta tantissima attenzione e tanta tantissima grinta.