In un mondo normale oggi leggeremmo delle dimissioni di Pantaleo Corvino e Mario Cognigni, ovvero gli artefici principali della costruzione di questa Fiorentina. 16 milioni di euro di passivo di bilancio per una squadra all’undicesimo posto che alle 23 del 25 aprile ha già finito la stagione. Ma questo non è un mondo normale e la Fiorentina non è una società normale dunque è difficile ipotizzare una presa di coscienza così netta da parte dei due dirigenti viola.
Sarebbe interessante capire cosa pensa Della Valle che paga, perché di soldi alla fine ne ha messi anche diversi, per non avere mani niente in mano se non passivi francamente inspiegabili vista la politica della società.
Da ora a fine stagione sarà un’agonia senza fine (e lo sarebbe già da due mesi se il calendario non avesse distanziato così tanto l’andata dal ritorno di Coppa Italia). Questa squadra è un fallimento totale. Le responsabilità sono ovviamente di Pioli, che però ha avuto il coraggio di dimettersi, di Corvino, che ha costruito una squadra senza né capo né coda, e ovviamente del presidente esecutivo della Fiorentina, Cognigni. Con la sconfitta di Bergamo si chiude l’ennesima annata deludente che non ha portato a nulla e che anticipa l’ennesima rivoluzione tecnica della squadra.
Come si possa continuare a fare calcio così resta un mistero, come i Della Valle, così attenti ai conti, possano accettare una gestione tale del loro patrimonio è altrettanto un mistero irrisolto. Puntare sui giovani può essere una politica se questi non costano tanto e soprattutto se sono bravi. Inoltre la politica sui giovani ha un senso se questi si fanno crescere alla Fiorentina, altrimenti se si vendono alla prima occasione non ha senso prenderli giovani.
Solite incongruenze di una proprietà/società che sta lavorando a caso ormai da troppi anni.