Che piaccia o no il campionato italiano Non è il più bello del mondo ma è indubbiamente il più discusso. Come mai? Semplice, perché nel calcio italiano si ha sempre la sensazione che non sia mai tutto trasparente né chiaro. Questo ha portato Commisso ad esplodere contro tutto e tutti. Ma il ragionamento di Commisso, guardando il succo tralasciando il contorno, non fa una piega. Al calcio italiano servono investimenti, serve visibilità e attenzione dal mondo. Ma niente di tutto questo può arrivare se ci si continua a chiudere a riccio pensando di essere i migliori e perfetti.
Ogni tanto bisognerebbe cercare di capire come il nostro calcio viene visto all’estero. Ci sarà un motivo per cui la Premier League incassa tre volte di più in diritti televisivi rispetto alla Serie A oppure no? La risposta è talmente scontata che non c’è bisogno di scriverla.
Commisso ha attaccato frontalmente. Un uomo da 7 miliardi di dollari non ha paura di niente e di nessuno e si sente preso in giro esplode. Ma, ripetiamo, Commisso dice una cosa giusta: “Calcio italiano così non va. Bisogna cambiare per attirare tifosi ed investimenti”. Un discorso dunque fatto per il bene di tutti, per far crescere il movimento.
Ma il Sistema Calcio decide di etichettare Commisso come lo scemo d’America e risponde con toni da bullo (come ha fatto Nicchi) alle rimostranze del proprietario della Fiorentina. Finché nel calcio ci saranno persone arroganti e piene di sé il movimento non crescerà mai e allontanerà sempre più tifosi e investitori.
L’unica società che in Italia sta provando a giocarsi lo scudetto con la strapotenza tecnica e politica della Juventus è l’Inter, con proprietà cinese. La società che sta costruendo il Centro Sportivo più grande d’Italia è la Fiorentina con una proprietà americana. A Roma la proprietà americana giallorossa ha provato a fare un nuovo stadio (non la Lazio a guida italiana). A Bologna, altra proprietà straniera, stanno per mettere le mani sullo stadio in accordo con il Comune. Infine anche a Milano si parla concretamente di stadio tra Inter e Milan (entrambe proprietà straniere).
Il calcio italiano dovrebbe aprirsi, ammettere i propri sbagli e dare trasparenza a un mondo schiavo di giochi di potere gattopardeschi. Ma forse questa resta un’utopia perché se nulla è cambiato sino ad ora significa che ai più va bene così (anche a quelli che non vincono e non vinceranno mai ma si accontentano delle briciole).